Carlo Magno: differenze tra le versioni

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*[...] Carlo, la cui natura era tutta assorbita dal mondo esteriore, si appagava nell'azione e non conosceva problemi di coscienza. Anche Carlo si era sentito cristiano, ma in lui i precetti della Chiesa si inserivano senza contrasto nell'ideale tradizionale germanico della nobiltà guerriera, e quest'ultimo era, in fine, il motivo che più fortemente lo avvinceva. Quando tra lezione cristiana e ideale guerriero si manifestavano delle divergenze, queste non offrivano a Carlo materia di meditazione tormentosa: l'ascendente e la forza di Carlo stavano nell'ingenua semplicità del suo agire e nella naturalezza con la quale era convinto che ogni sua azione non potesse che essere giusta. In Carlo i contemporanei riconobbero un uomo simile a loro, fu per questo che neppure i suoi errori poterono diminuire la sua popolarità. ([[Heinrich Fichtenau]])
 
*''Dov'è quel Carlo, che d'Europa il pondo | Libra e corregge nell'immensa mole, | Germe sublime d'arbore fecondo., | E d'Ibera eroina inclita prole : | Ne' suoi be' giorni si raddoppia il mondo, | mai tramonta ov' egli impera il sole, | PoichèPoiché aggiunti i materni ai patrii regni | Lo scettro stende oltre gli Erculei segni''. ([[Angelo Maria Ricci]])
 
*I menestrelli ripagarono Carlo Magno per la sua benignità verso di loro. Gli diedero fama immortale; poiché per tutto il Medioevo la leggenda di Carlo Magno si accrebbe, ed egli divide col re Artù l'onore di essere l'eroe di uno dei massimi cicli narrativi del Medioevo. Ogni nuovo secolo lo rivestì dei propri panni e cantò su di lui nuovi versi. Ciò che i cronisti dei monasteri non avrebbero mai potuto fare per Carlo Magno, nel chiuso delle loro cellette, lo fecero questi menestrelli disprezzati e maledetti: gli diedero ciò che forse è più desiderabile di un posto nella storia – gli diedero un posto nella leggenda. ([[Eileen Power]])
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*Improvvisamente mi sono ricordato il mio Carlo Magno: "Lasciate che i miei eserciti siano le rocce, gli alberi, e i pennuti del cielo." (''[[Indiana Jones e l'ultima crociata]]'')
 
*''L'armi io canto e gli Eroi, la pugna accesa | Pe' talami e per l'are, e il doppio assalto, | E le gesta de' Regi, onde sospesa | La bilancia di Dio stette dall'alto : | Del Longobardo la fatal contesa, | Dell'[[Alpi|Alpe]] i campi, e di [[Pavia]] lo spalto, | AllorchèAllorché [[Italia]] del suo meglio in forse | Stette, e Carlo vincendo la soccorse''. ([[Angelo Maria Ricci]])
*[...] la discendenza di Carlo Magno ebbe proporzioni quasi bibliche, una fitta selva di diciannove figli, otto maschi e undici femmine. Biblico fu anche lo stuolo di donne che tenne nel suo letto: cinque mogli di cui la regina di Aquisgrana, Liutgarda, fu l'ultima; più quattro concubine ugualmente ricordate, Maldegarda, Gervinda, Regina, Adalinda che riempirono un po' disordinatamente la sua vecchiaia quando, dopo la [[morte]] di Liutgarda, «continuò a corte il [[governo]] delle gonnelle». Gli esempi dell'[[amore]] patriarcale erano illustri. Per [[Salomone]] nel ''Cantico dei Cantici'' «son sessanta le regine, e ottanta le altre spose». ([[Gianni Granzotto]])