José Saramago: differenze tra le versioni

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*Solo una vaga pena inconseguente indugia un poco alla porta del mio animo e dopo avermi un attimo fissato passa, sorridendo di nulla […]
*In fondo la vita non è molto di più dello starsene sdraiati, convalescenti d’una infermità antica, incurabile e recidivante, con intervalli che chiamiamo salute, un nome glielo dovevamo dare, vista la differenza che c’è fra i due stati.
*Chissà perché le parole si servono tante volte di noi, le vediamo avvicinarsi, minacciare, e non siamo capaci di allontanarle, di tacerle, e così finiamo col dire quel che non avremmo voluto, è come l’abisso irresistibile, cadremo e andiamo avanti.
*La solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi, la solitudine non è un albero in mezzo a una pianura dove ci sia solo lui, è la distanza tra la linfa profonda e la corteccia, tra la foglia e la radice.
*Adamo è ogni uomo, ogni donna è Eva, uguali, diversi e necessari, e ciascuno di noi è il primo uomo e la prima donna, unici ogni volta.
*Il corpo, di per sé, potendolo, evita i fastidi, per questo dormiamo alla vigilia della battaglia o dell’esecuzione, per questo, infine, moriamo, quando non riusciamo più a sopportare la luce violenta della vita.
 
==[[Incipit]] di alcune opere==