Sándor Márai: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Sándor Márai==
*La prima cosa che dovetti imparare fu che gli uomini, senza un motivo particolare, anzi, senza nessuno scopo, infieriscono gli uni sugli altri ogni volta che possono, e che ciò deriva dalla loro natura, e quindi è inutile dolersene. (da ''Confessioni di un borghese'')
*La [[solitudine]] è l'elemento vitale dello scrittore. (da ''Confessioni di un borghese'' – Adelphi, 2003, M. D'Alessandro)
*La [[vita]] è un dovere che siamo tenuti ad adempiere, certo un dovere gravoso e complesso, per il quale a volte è necessario sopportare dei sacrifici. (da ''Divorzio a Buda'', traduzione di L. Sgarioto, Adelphi, 2002)
*L'[[uomo]] è un giocattolo in mano a forze e intenzioni delle quali ignoriamo la vera natura, è un burattino manovrato da impulsi che si accendono al di là dei confini delle nostra ragione. (da "La sorella" pag. 28)
*Quale avventura limpida e irripetibile è la prima amicizia tra ragazzi! Nessun altro rapporto potrà mai eguagliare quel legame. Nessuno mi diede più, in seguito, ciò che ricevetti da questa amicizia infantile; del resto non incontrai mai più un vero amico. (da ''Confessioni di un borghese'')
*I popoli non sono disposti al rimorso, che è un problema solo dell'individuo (da "Terra, Terra!", Biblioteca Adelphi 2005)
 
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{{NDR|Sándor Márai, ''L'ultimo dono. Diari 1984-1989'', a cura di Marinella D'Alessandro, Adelphi Edizioni, Milano 2009}}
 
== ''Confessioni di un borghese''==
===Citazioni===
*La prima cosa che dovetti imparare fu che gli uomini, senza un motivo particolare, anzi, senza nessuno scopo, infieriscono gli uni sugli altri ogni volta che possono, e che ciò deriva dalla loro natura, e quindi è inutile dolersene. (da ''Confessioni di un borghese'')
*La [[solitudine]] è l'elemento vitale dello scrittore. (da ''Confessioni di un borghese'' – Adelphi, 2003, M. D'Alessandro)
*Quale avventura limpida e irripetibile è la prima amicizia tra ragazzi! Nessun altro rapporto potrà mai eguagliare quel legame. Nessuno mi diede più, in seguito, ciò che ricevetti da questa amicizia infantile; del resto non incontrai mai più un vero amico. (da ''Confessioni di un borghese'')
*L’uomo vive nelle tenebre. Finché un bel giorno la nebbia si dissolve, ma a quel punto la luce non gli serve più a molto.
*Mi sarà capitato non più di un paio di volte di incontrare un essere la cui familiarità – una complessa e dolorosa familiarità, che risale a un appuntamento mancato in qualche epoca remota – mi ha costretto a fermarmi di colpo e a mettere le carte in tavola. Talvolta incontriamo persone […] che non possiamo eludere: una parentela ci unisce, e c’è qualcosa di cui dobbiamo discutere, qui, ora, a quattr’occhi!
*Occorre molto tempo per imparare che in realtà non si ha un bel niente da fare. E quasi sempre è proprio allora che si comincia finalmente a fare qualcosa.
*Nella vita esistono periodi in cui il soffio di Eros alita su di noi, e noi ci aggiriamo in mezzo agli altri come esseri eletti che niente e nessuno può ferire o insozzare.
*Sentirsi spinti a conoscere qualcuno fino a penetrare tutti i suoi segreti, con tutte le conseguenze che ne deriveranno: ecco quello che si è soliti chiamare, con un termine fiacco e generico, amore. La conoscenza, quando è totale, non è mai un idillio.
*Arriva il giorno in cui è l’anima a mettersi in viaggio, e allora il mondo si trasforma in un elemento di disturbo. Senza un progetto ben preciso, impreparati, senza averne l’intenzione, partiamo per una spedizione in confronto alla quale un viaggio in India ci sembrerà una banale gita domenicale.
*Arriviamo a comprendere fino in fondo gli esseri umani ai quali siamo uniti da un vincolo indissolubile soltanto nell’attimo della loro morte.
 
{{NDR|Sándor Márai, ''Confessioni di un borghese'' (''Egy polgar vallomasai''), traduzione di Marinella D'Alessandro, Adelphi Edizioni, Milano 2003}}
 
== [[Incipit]] di alcune opere==