Paul Tillich: differenze tra le versioni

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'''Paul Tillich''' (1886 – 1965), teologo tedesco.
[[File:Bust of Paul Johannes Tillich (daylight).JPG|thumb|right|180px|Busto di Paul Tillich]]
 
*''Contro'' [[Pascal]], io dico: il Dio di Abramo, d'Isacco e di Giacobbe e il Dio dei filosofi è lo stesso Dio. (citato in Rosino Gibellini, ''La teologia del XX secolo'', Queriniana, Brescia 1999, p. 91)
*La [[religione]] è la sostanza della [[cultura]], la cultura è la forma della religione. (da ''Teologia della cultura'', in Rosino Gibellini, op. cit. , p. 92)
*La [[religione]] è la sostanza, il fondamento e la profondità della vita spirituale dell'uomo. [...] Essere religiosi significa interrogarsi appassionatamente sul senso della nostra vita ed essere aperti alle risposte, anche se esse ci scuotono in profondità. (da ''Teologia della cultura'', citato in Rosino Gibellini, op. cit. , p. 89)
*La [[religione]] non è una funzione accanto alle altre, ma è l'orientamento, che sostiene tutte le funzioni dello spirito verso l'incondizionato. (citato in Rosino Gibellini, op. cit. , p. 89)
*La [[religione]] è il fatto di essere presi da un interesse ultimo. (citato in Rosino Gibellini, op. cit. , p. 90)
*Le tendenze conservatrici delle chiese ufficiali non sono mai riuscite a sopprimere la tendenza del [[cristianesimo]] al sovvertimento della storia. Tutti i movimenti rivoluzionari dell'Occidente ne dipendono, che lo sappiano o no. (citato in [[Vittorio Messori]], ''Ipotesi su Gesù'', SEI, Torino 1976, cap. IX)
*[[Dio]] è la risposta alla domanda implicita nella finitezza umana. [...] Dio lo dobbiamo chiamare la potenza infinita dell'essere che resiste alla minaccia del non-essere. In teologia classica è l'essere-stesso. Se l'[[angoscia]] viene definita la coscienza di essere finiti, [[Dio]] lo dobbiamo chiamare il fondamento infinito del [[coraggio]]. In teologia classica è la provvidenza universale. (da ''Teologia sistematica'', in Rosino Gibellini, op. cit. , p. 97)
*Neppure il [[comunismo]] potrebbe vivere se fosse totalmente sprovvisto degli elementi della Comunità Spirituale. (citato in Rosino Gibellini, op. cit. , p. 104)
*Soltanto se la [[tradizione]] viene trasformata frequentemente può essere salvata come realtà vivente. Una conseguenza fatale del tradizionalismo è l'elusione di questioni assai serie. Sembra che le conferenze ministeriali tendano ad evitare i problemi teologici basilari. In un tempo in cui vengono attaccati tutti gli elementi fondamentali del cristianesimo, tale atteggiamento acuisce fortemente l'irrilevanza (…). La parola "controverso" è divenuta oggi, nell'insieme, una parola negativa. Dovrebbe essere invece una parola quanto mai positiva. Nelle controversie, infatti, nel "sì e no", è possibile conoscere la verità e in nessun altro modo. Se si escludono - vuoi da parte della chiesa, vuoi da parte della società - le affermazioni controverse, tale chiesa e tale società sono condannate ad una lenta decadenza. (da ''L'irrilevanza e la rilevanza del messaggio cristiano per l'umanità oggi'')