Vittorio Messori: differenze tra le versioni

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*Parlare di sé è irritante e rischioso. Se mi ci azzardo è perché vorrei rassicurare il lettore: sono partito dal dubbio; o meglio dall'indifferenza. Come lui, come tanti oggi. Non certo dalla fede. Sono arrivato a questi studi dopo 18 anni di scuola di stato. Ho dovuto imparare tutto, partendo dal niente. A scuola, gli unici preti sono dunque stati per me quelli delle "ore di religione" imposte dalla conciliazione con i fascisti. Poi, improvvisa, è cominciata una caccia al tesoro, sempre più appassionante, nella Palestina del primo secolo. Il primo biglietto della catena fu una copia dei ''Pensieri'' di Pascal, acquistata per certe ricerche marginali del corso di laurea in scienze politiche. A [[Blaise Pascal]] questo libro è dedicato: senza di lui non sarebbe mai stato scritto. O sarebbe stato del tutto diverso. (cap. I)
*[[Dio]], se c'è, è nascosto.<br>Se esiste, da sempre gli uomini sono costretti a cercarlo a tentoni. E non sempre la loro ricerca ha uno sbocco, ottiene un risultato. Positivo o negativo che sia. C'è da meravigliarsi e diffidare da coloro che affermano di non avere difficoltà a credere. Forse (com'è stato detto) è perché non hanno ben capito di che cosa si tratta.<br>La disperante esperienza umana è che nessuna divinità fa capolino da dietro le nuvole. Il cielo e la terra tacciono.<br>Ma, se un dio esiste, non si nasconde solo dietro il silenzio della natura. Si cela anche dietro la realtà del male degli innocenti che sembra accusarlo senza possibilità di difesa; dietro la molteplicità delle religioni. In queste, dietro le difficoltà delle tante "scritture sacre", Bibbia compresa.<br>Se c'è, si nasconde pure dietro gli scandali delle chiese; dietro gli errori e le incoerenze proprio di coloro che dovrebbero testimoniarne con la vita stessa l'esistenza. (cap. II)
*L'[[antisemitismo]] è purtroppo antico quasi quanto gli ebrei e, com'è stato osservato, nasce proprio dallo stupore e dall'ira per questo popolo che non si riesce a dissolvere negli altri, ad assimilare. Non con le minacce e neppure, si noti, con le lusinghe. L'ebreo rinnegato che nei paesi cristiani accettava il vangelo era tolto da una condizione subumana per ricevere la pienezza dei diritti e, talvolta, onori e ricchezze. Eppure, la conversione era tanto rara che nell'Europa nordica medievale si poteva arrivare a promettere al rinnegato una baronia o una contea.<br>I [[musulmani]] convertirono a milioni i cristiani e cancellarono la fede in Gesù da interi paesi ma non riuscirono a convertire gli ebrei. (cap. III)
*Chiesero un giorno a [[Sigmund Freud]] di sintetizzare la sua "ricetta" per difendere l'uomo dai mali oscuri che affiorano dal profondo. «''Lieben und arbeiten'', amare e lavorare» fu la risposta del fondatore della psicoanalisi.<br>È, guarda caso, la stessa formula proposta all'uomo dal [[Nuovo Testamento]], che pone al centro del suo messaggio ''amore e lavoro''. Meno conosciuto, forse, questo secondo aspetto, tanto che la frase di [[San Paolo|Paolo]] nella seconda lettera ai Tessalonicesi («''Chi non vuole lavorare, nemmeno mangi''») è spesso attribuita a [[Lenin]]. Attribuzione errata ma, ci pare, altamente significativa. (cap. VIII)
*Per il [[cristianesimo]] l'atteggiamento fondamentale è la trasformazione del mondo e della realtà. Il raggiungimento attraverso la storia del "Regno di Dio". E in questo senso il messaggio evangelico è profondamente rivoluzionario, si propone davvero di «conoscere la realtà per trasformarla», secondo lo slogan che [[Karl Marx|Marx]] mutuò dalla migliore tradizione ebraico-cristiana. (cap. IX)
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*Perché è la [[Madonna]] che appare? Perché a Lourdes (come a rue du Bac, a La Salette, a Pontmain, a Beauraing, a Fatima, per stare solo all'ultimo secolo e mezzo e a fatti approvati dalla Chiesa) non si è manifestato Gesù stesso o qualche santo canonizzato? Ma è perché – risponde la teologia, meditata dai mistici –, stando al Credo cattolico «l'Immacolata Madre di Dio, sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste ''in anima e corpo''». Così, le parole del dogma dell'Assunzione, definito e proclamato da Pio XII solo nel 1950 ma creduto, nel suo oggetto, sin dai tempi dei Padri della Chiesa sia in Oriente che in Occidente (la festa della ''Dormizione'', che ha ''in nuce'' l'Assunzione della Vergine Madre, è probabilmente la più antica delle feste mariane che uniscono la Chiesa universale).<br>Maria, insomma, avendo portato nel suo ventre Colui che disse: «Io sono la risurrezione e la vita» (''Gv'' 11, 25), ha seguito il Figlio nel suo destino eterno prima di ogni altra creatura umana; è colei che tutti ci ha preceduti, già accolta nell'eternità «''in anima e corpo''». Dunque, se è lei ad apparire ai mortali, è anche per ricordare che ciò che ella già è, anche noi saremo. Il segno e il pegno, insomma, nella sua persona stessa, di quella salvezza di cui dicevamo e che ci darà la vera salute: la visione del corpo di Maria già «salvato» è garanzia che quello di tutti lo sarà. (pp. 61-62)
*In effetti, proprio in questo è «diverso» da ogni altro il [[Dio]] in cui crede il cristiano: nel fatto, cioè, che propone agli uomini la [[fede]] (che è, al contempo, esperienza ''e'' speranza, uso della ragione ''e'' adesione alla rivelazione, anche in ciò che quella ragione supera); che non impone l'adesione a un'evidenza (nella quale occorre «credere» per forza esigendo di essere constatata, pena l'irragionevolezza). [...] Solo un Dio che ''si propone'' con segni, indizi, tracce, impronte e che non ''si impone'', apparendo sfolgorante nella Sua gloria, può instaurare con le Sue creature un rapporto libero e non una dipendenza necessaria. (pp. 78-79)
*Il [[Dio]] cristiano propone e non impone, lasciando sempre un margine di penombra che permetta la negazione e che salvi, per l'uomo, la libertà; e, per luiLui, il diritto di perdonare. (p. 91)
*''Status'' sociale, cultura, ricchezza, persino salute: il contrario stesso di tutto questo in [[Bernadetta Soubirous|Marie-Bernarde Soubirous]], detta Bernadette, quattordicenne (ma con lo sviluppo di una decenne, secondo i medici che la visitarono, e non ancora donna, a causa dell'alimentazione insufficiente); asmatica; sofferente di stomaco; chiusa nel suo silenzio di timida e di introversa; analfabeta e considerata da qualche suo parente stesso incapace di imparare alcunché; incolta anche in materia religiosa, tanto da ignorare persino il mistero della Trinità; figlia della famiglia più miserabile della città; residente nella cella della prigione comunale, sgomberata dalle autorità perché considerata insalubre per gli stessi detenuti; con il padre non solo fallito e con la fama – seppure abusiva – di fannullone e di beone, ma con anche alle spalle un soggiorno in prigione per un sospetto di furto: rilasciato dopo nove giorni, si lasciò cadere l'accusa tanto era inconsistente, ma senza procedere ad alcun giudizio, così da lasciargli addosso un sospetto infamante.<br>Rendiamocene conto: in tutto questo, solo gli occhi della fede possono scorgere una misteriosa conformità al Vangelo e, dunque, le stigmate della verità. Solo l'adesione a una prospettiva rovesciata rispetto agli «occhi della carne» può far sentire gli echi del ''Magnificat'' intonato da Colei di cui Bernadette Soubirous fu testimone: «...ha guardato l'umiltà della sua serva [...]; ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati; ha rimandato i ricchi a mani vuote...» (''Lc'' 1, 48 e 51 ss.) (p. 92)
*Nel maggio del 1949 fu istituito a Strasburgo il Consiglio d'Europa, organismo allora privo di poteri politici effettivi e incaricato solo di «porre le basi per la costruzione di una federazione europea». Così nell'atto della sua fondazione. L'anno dopo – dunque, nel 1950 – quel Consiglio bandì un concorso di idee, aperto a tutti gli artisti, per una bandiera della futura Europa unita. Un allora giovane disgnatore alsaziano, Arsène Heitz, partecipò con un bozzetto, dove dodici stelle bianche campeggiavano in un cerchio su uno sfondo azzurro. Come rivelò poi, l'idea non era casuale: devoto della Madonna, recitava ogni giorno il rosario. Proprio quando seppe del concorso europeo e decise di partecipare stava leggendo la storia di santa Catherine Labouré e – stimolato da quella lettura – si era deciso a procurarsi, per sé e per la moglie, una «Medaglia miracolosa», che sino allora non conosceva. Le stelle, dunque, del suo disegno vennero da lì: e, lì, venivano direttamente dall'Apocalisse e dalla sua «Donna vestita di sole» con la corona attorno al capo. Quanto all'azzurro, era il colore tradizionale della Vergine. Tra i 101 bozzetti giunti da tutto il mondo, «inspiegabilmente», come disse lo stesso Heitz (che aveva partecipato al concorso senza troppe speranze, quasi solo per rispondere a un impulso datogli dalla scoperta della Medaglia), il Consiglio d'Europa scelse proprio il suo. Si noti, tra l'altro, che il responsabile della commissione che procedeva alla scelta era un ebreo, Paul M.G.Lévy, direttore del Servizio di stampa e informazione del Consiglio. Non agirono, dunque, motivazioni confessionali [...] Inoltre, a conferma della singolarità della scelta, contro la proposta di Heitz stava il fatto che, se dodici erano le stelle sulla bandiera proposta, non altrettanti erano allora gli Stati del Consiglio. In effetti, di fronte alle critiche, il disegnatore dovette replicare che il dodici rappresentava un «simbolo di pienezza» (e tale è, infatti, anche nell'Antico Testamento: dodici, tra l'altro, i figli di Giacobbe, come dodici le tribù di Israele; ed è perciò che dodici è il numero voluto da Gesù per i suoi apostoli, a significare che la Chiesa è il «nuovo popolo eletto»). Avendo adottato questa prospettiva simbolica, le autorità comunitarie, quando gli Stati membri dell'Europa finirono col superare la dozzina, stabilirono ufficialmente che il numero delle stelle sulla bandiera era da considerare immutabile. (pp. 107-108)