Terenzio Mamiani: differenze tra le versioni

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*''... d'ogni affetto umano affinatrice | Fiamma è il dolore, e di virtù maestra | La morte''.
{{NDR|Terenzio Mamiani, ''Antonio Oroboni alla sua fidanzata'', da un libro anonimo del 1929}}
 
==''Prose letterarie''==
*I dotti e i legisti barbareggiavano sempre peggio, e pareva in loro una sorta di necessità tramutata in diritto, e niun discepolo mai se ne querelava; e le lettere cadevano in tale grettezza, che nelle prose del [[Pietro Giordani|Giordani]] si appuntavano parecchie mende di stile, ma nessuno accusava la tenuità dei concetti e la critica angusta e slombata. Il [[Pietro Colletta|Colletta]] era stimato dai più uno storico sovrano e poco meno che un [[Tacito]] redivivo, ed altri istituivano paragone tra il [[Francesco Guicciardini|Guicciardini]] e il [[Carlo Botta|Botta]], -tra il [[Carlo Goldoni|Goldoni]] ed [[Alberto Nota]]. Tale il gusto e il criterio comune. Pochi grandi intelletti non mancavano neppure a quei giorni. Basti ricordare [[Lorenzo Bartolini|Bartolini]] nella scultura; [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] e [[Giovanni Battista Niccolini|Niccolini]] nella poetica; [[Gioacchino Rossini|Rossini]], [[Vincenzo Bellini|Bellini]], [[Gaetano Donizetti|Donizetti]] nella musica. (in ''Avvertenza'')
*In [[Italia]] scemando il sapere e la potenza meditativa, crebbe l'amore spasimato ed irragionevole della bellezza dell'abito esterno, lasciando a digiuno la mente e poco nudriti e mal governati gli affetti. (in ''Avvertenza'')
*Letteratura vasta, soda e ben definita, e parimente larghe scuole e ben tratteggiate e scolpite mancano alla patria nostra da quasi tre secoli e piuttosto ne abbiamo avuto cenni e frammenti, e ogni cosa a pezzi, a sbalzi e a modo d'assaggio. (in ''Avvertenza'')
*Non appena l'esilio mi astrinse a lasciare l'Italia e fui spettatore d'altro ordine di civiltà e uditore d'altri maestri, subito mi si aprì dentro l'animo l'occhio doloroso della coscienza, ed ebbi della mia ignoranza una paura ed una vergogna da non credere. (in ''Avvertenza'')
*Per giudicare alla prima prima che tutto è vecchio e trito in un [[libro]] convien sapere dell'autore se nel generale à l'abito di pensar di suo capo. (in ''Avvertenza'')
 
==Citazioni su Terenzio Mamiani==
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*[[Antonio Rosmini|Rosmini]] in un bel momento di sua ragione scrive stupende pagine sulla riforma del clero; poi ha la debolezza di ritirarle, impaurito dalle minaccia dell'Indice; Mamiani è oggi quel che era ne' primi giorni della sua vita pubblica, e non sa temere altro autorevole indice che quello del buon senso. Nel suo ultimo libro, intitolalo ''Di un nuovo diritto europeo'', si ammira il coraggio della coscienza di un filosofo, e la prudenza d'un uomo di Stato. ([[Candido Mamini]])
*Riguardo poi ai pregi della forma, [[Antonio Rosmini|Rosmini]] fu semplicemente filosofo, Mamiani un filosofo-oratore; nel primo spicca la pura meditazione, nel secondo si unisce il genio che feconda il deserto delle speculazioni metafisiche, delle avanzate astrazioni. Nel primo vi ha una ricchezza povera, cioè una stiracchiatura di poche idee in molte parole, quasi diffidi della memoria, e dell'abilità del lettore; nel secondo vi ha una povertà ricca, cioè molte idee in poche parole; il che appaga l'amor proprio del lettore, e ne fa liete tutte le potenze della ritentiva e della ragione. ([[Candido Mamini]])
 
 
==Bibliografia==
*Terenzio Mamiani, ''Prose letterarie'', G. Barbera Editore, Firenze 1867.
 
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