Luigi Settembrini: differenze tra le versioni

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'''Luigi Settembrini''' (1813 – 1876), scrittore italiano.
 
*ViCi sono due specie di [[Critica|critiche]]:, l'una che s'insegnaingegna più di scorgere i difetti, l'altra di rivelarerivelar le bellezze. A me piace più la seconda che nasce da amore, e vuolevuol destare amore, che è padre dell'arte,; mentre l'altra somigliami pare che somigli a superbia, e, sotto colore di cercare la verità distrugge tutto, e lascia l'anima sterile. (citato in [[Lina Pennesi]],da ''MissionariaLezioni deidi tempiletteratura nuoviitaliana'', da [[Guglielmina Ronconi]], C. d. V., 1950)
*[...] credo che quel greco Flagizio, lasciando il mare dove per acque stagnanti è un'aria grave e malsana, sia salito sul monte dove ora inalzasi Catanzaro: e vedendo per uno spazio interminato una bellissima varietà di sottoposte colline, dipinte di varii colori dai verdi seminati, dalle vigne, dagli ulivi, e tra queste colline a piedi della città una fertile valle irrigata da molti ruscelli, e che corre per cinque miglia insino al mare; ed il mare che larghissimo si spande dal Capo Colonne presso Cotrone sino alla punta di Stilo; invaghito da tanta stupenda bellezza, abbia chiamato quel monte oros katanderon, che vale sul florido, quasi volesse dire il monte che soprasta le colline e la valle fiorente . Cangiandosi poi l'n in a (mutazione comunissima del dialetto dorico e nei dialetti di tutte le lingue) hassi la parola katandaron, la quale pronunciata colla d, come si pronunzia dai greci moderni, corrisponde limpidamente alla parola Catanzaro. […] Bellissimo adunque è il nome della città di [[Catanzaro]]: ed ella sarà veramente florida se alla bellezza del sito congiungerà un'altra più desiderabile e lodevole bellezza, quella cioè delle buone arti e dei modesti costumi [...]. {{da controllare|citazione necessaria|Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.}}
*Io non so se Roma pagana gettò più uomini alle belve, che Roma cristiana al rogo. (da ''Lezioni di letteratura italiana'')
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*Si guardavano l'un l'altro, si carezzavano, si palpavano in tutte le parti della persona, si baciavano negli occhi, e nella faccia, e nel petto, e nel ventre, e nelle cosce, e nei piedi che parevano d'argento: poi si stringevano forte, e si avviticchiavano, e uno metteva la lingua nella bocca dell'altro, e così suggevano il nettare degli Dei, e stavano lungo tempo a suggere quel nettare: ed ogni tanto smettevano un po' e sorridevano, e si chiamavano a nome, e poi nuovamente a stringere il petto al petto e suggere quella dolcezza. E non contenti di stringersi cosi petto a petto l'uno abbracciava l'altro a le spalle, e tentava di entrare fra le belle mele, ma l'altro aveva dolore, e quei si ritraeva per non dare dolore al suo diletto. (da ''I Neoplatonici'')
*Spesso nella tua vita tu troverai che un [[libro]] è migliore amico di un uomo. (da ''Scritti inediti'')
*Vi sono due specie di [[Critica|critiche]]: l'una che s'insegna più di scorgere i difetti, l'altra di rivelare bellezze. A me piace più la seconda che nasce da amore e vuole destare amore, che è padre dell'arte, mentre l'altra somiglia superbia e, sotto colore di cercare la verità distrugge tutto e lascia l'anima sterile. (citato in [[Lina Pennesi]], ''Missionaria dei tempi nuovi'', da [[Guglielmina Ronconi]], C. d. V., 1950)
 
==''Ricordanze della mia vita''==