Andrea Minucci: differenze tra le versioni

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*[[Crema]] è una buona e bella terricciuola, abbondante di tutte le cose necessarie alla vita umana, ha le vie larghe e spaziose con belli e nobili casamenti sopra: ha una piazza, che sarebbe assai grande, se non fosse occupata da una Chiesa messa nel mezzo; con tutto questo è molto bella e dilettevole da vedere. E piena di popolo assai civile: è posta in campagna aperta cinta d'ogni intorno dalle acque, paite del fiume Seri che le scorre lungo le mura, parte di molti fonti che le nascono intorno: è messa in fortezza con una muraglia tirata con tanta arte che vedendola di fuori l'uomo può dubitare a quale di due abbia avuto mira l'architetto, o alla difesa, o alla bellezza del luogo. Come in questa terra sono di molti gentiluomini, così è copiosa di belle, cortesi e amorose donne.
*[[Vercelli]] città posta ne' primi termini del [[Piemonte]], sede ora del Signor Duca di Savoja, chè i Francesi gli hanno occupato [[Torino]], è assai ben popolata e abbondantemente fornita di vettovaglie e di ogni sorte merci... Vi sono assai belle contrade con buoni casamenti, per le quali si vedevano anche di molti gentiluomini andare innanzi e indietro per i fatti loro. Per la città passa certa acquetta, che porta fuori tutte le immondizie, tirata di qua e di là per le contrade, come usano fare in molti luoghi di quel paese.
*È [[Avigliana]] un castello assai grande e bene popolato, non già molto nobile o ricco per li segni apparenti, messo sulla costa d'un colle che ha nella cima una rocca antica che domina da ogni parte tutta la contrada: poco sotto le nasce un'acqua viva con larga vena, che forse è stata cagione che i Francesi, considerata l'opportunità del luogo, si siano messi con nuove mura e baluardi a fortificare il detto colle, come tuttavia facevano al passare nostro. La terra è un poco più al basso, assai faticosa per essere in riva: il luogo intorno è tutto lavorato e molto ben piantato.
*Fatti dieci miglia di assai buona via, arrivammo a [[Susa]] che il Sole era ancor molto alto; cosi ci fu tempo di andare, secondo l'uso nostro, vedendo la terra. La quale non ha in sè alcuna sorte di grandezza e dalle sue ruine si può congetturare che nemmanco per l'addietro ella sia stata terra di qualche importanza, sebbene i Susiani dicano ch'ella già fu città assai insigne e onorata di dignità Episcopale, della quale ne furouo privati dalla Santa Sede Romana, avendo violentemente ucciso il Vescovo loro.
*{{NDR|[[Susa]]}} È posta in luogo assai stretto, sì per essere nei monti, come per avere due torrenti che di continuo la vanno radendo, l'uno che viene dal monte di Ginevra detto Dora, l'altro dal Moncenisio detto Stura, che qui mescolati insieme, ritenendo il nome di Stura solo, vanno verso [[Torino]]. Ha le mura, che le erano intorno, in gran parte ruinate; le strade sassose e incommode, i casamenti poco comodi per quello che mostrano e poco onorevoli; hanno innanzi certi portici posticci appoggiati alle facciate delle case, che tolgono la vista di fuori e dentro le rendono oscure e tenebrose; ma questo costume di fabbricare mi pare che si usi in tutte le terre di Savoja. Vi è assai in alto un castello vecchio, nel quale vi stavano alla guardia alcuni pochi soldati: da un lato è in piedi un arco antico del quale non potei leggere la iscrizione essendo in luogo fuori di strada, che non se gli può così bene accostare; si vede però che è di bella forma e opera degli Imperatori antichi forse messo per ultimo termine dei confini d'[[Italia]] da quel lato.
 
{{NDR|Andrea Minucci, ''Descrizione di un viaggio fatto da Venezia a Parigi'', in ''Miscellanea di storia italiana'', Stamperia Reale, Torino 1862}}