Luca Doninelli: differenze tra le versioni

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{{intestazione|Pontiggia e Citati divisi dai Classici, Corriere della Sera, 18 ottobre 1998}}
*[[Giuseppe Pontiggia|Pontiggia]] è un bibliofilo attento e caparbio, in cui combattono una splendida ironia inglese e una passione simmetrica un po' melanconica - decisamente argentina. Ed è anche uno scrittore incapace di nascondere, a dispetto delle sue molteplici arti, il proprio retropensiero e i propri sentimenti. Per Pontiggia, parlare dei Classici come nostri contemporanei e' un'ipocrisia. Non esiste alcun cammino ineluttabile della Storia. Proprio perciò i Classici, tra i quali esiste un preciso, rigido ordine, si caratterizzano - nel caos del nostro tempo - per la loro essenziale inattualita'.
*Se per Pontiggia la contemporaneità non esiste, per [[Pietro Citati|Citati]] tutto ciò che è, è perchè contemporaneo a me, a noi. I Classici non ci sarebbero se non fossero nostri contemporanei. Anche la natura di un testo letterario vede i due scrittori molto lontani, almeno in apparenza.
*Uno dei segnali più decisivi della crisi di una [[civiltà]] è la sua incapacità di stabilire un metodo con cui rapportarsi col mondo, con le cose, con gli altri popoli, uomini, culture - in una parola: con la realtà.
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