Luigi Capuana: differenze tra le versioni

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Da tre giorni, nel paesetto non si parlava di altro che dell'arrivo del burattinaio.<br>
Davanti al magazzino da lui preso in affitto, una folla di ragazzi faceva ressa per vedere i preparativi delle rappresentazioni, quantunque il portone socchiuso non permettesse di scorgere quel che colui stava ad armeggiare là dentro.<br>
Si udivano frequenti picchi di martello, stridori di sega, brontolìi d'una voce arrochita che doveva essere del burattinaio, e, di tratto in tratto, i vagiti di una creaturina già vista più volte dai ragazzi in braccio alla giovine donna malaticcia che sembrava figliuola di quell'uomo e invece - così si diceva - ne era la moglie.
 
===''C'era una volta...: fiabe''===
====''Spera di sole''====
C'era una volta una fornaia, che aveva una figliuola nera come un tizzone e brutta più del peccato mortale. Campavan la vita infornando il pane della gente, e Tizzoncino, come la chiamavano, era attorno da mattina a sera: - Ehi, scaldate l'acqua! Ehi, impastate! - Poi, coll'asse sotto il braccio e la ciambellina sul capo, andava di qua e di là a prender le pagnotte e le stiacciate da infornare; poi, colla cesta sulle spalle, di nuovo di qua e di là per consegnar le pagnotte e le stiacciate bell'e cotte. Insomma non riposava un momento.
 
====''Le arance d'oro''====
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====''La vecchina''====
C'era una volta un Re molto giovane, che voleva prender moglie, ma voleva sposare la più bella ragazza del mondo.<br>
- E se non è di sangue reale? - gli domandarono i ministri.<br>
- Non me n'importa nulla.<br>
- Allora sappiate, Maestà, che la più bella ragazza del mondo è la figliuola di un ciaba. Ma il popolo, che è maligno, potrebbe chiamarla: la regina Ciabatta... Maestà, non sta bene: rifletteteci meglio.
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C'era una volta una povera donna rimasta vedova con un figliolino al petto. Era di cattiva salute, e con quel bimbo da allattare poteva lavorare pochino. Faceva dei piccoli servigi alle vicine, e così lei e la sua creatura non morivano di fame.<br>
Quel figliolino era bello come il sole; e la sua mamma, ogni mattina, dopo averlo rifasciato, lavato e pettinato, un po' per buon augurio, un po' per chiasso, soleva dirgli:
<poem>- Bimbo mio, tu sarai barone!
Bimbo mio, tu sarai duca!
Bimbo mio, tu sarai principe!
Riga 145:
- Maestà, guardate qui, tra i capelli. Sento qualche cosa che mi morde.<br>
La Regina osservò, scostando i capelli colle dita, e trovò un pidocchio che era uno stupore. Stava per ischiacciarlo.<br>
- No - disse il Re. - Proviamo d'allevarlo.
 
===''Giacinta''===
Riga 182:
Masino aveva paura di tutto, specialmente quando trovavasi solo in qualche stanza dov’era entrato credendo che vi fosse qualcuno. Vedendosi là solo solo, senza nessuna ragione cominciava a urlare pestando i piedi, coi pugni su gli occhi, tremante come una foglia:<br>
- Sciocco, perchè urli? Che è stato?<br>
- Niente, - egli piagnucolava. - Ero solo!<br>
 
===''Il raccontafiabe''===