Macalda di Scaletta: differenze tra le versioni

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[[File:Scaletta Zanclea (ME) Castello.JPG|280px|thumb|La ''Rocca di [[Scaletta Zanclea|Scaletta]]'', che diede i natali a ''Macalda'']]
'''Macalda''' (o '''Machalda''') '''di Scaletta''' (1240 ca. – ?) fu una donna siciliana, dama di compagnia di facili costumi, ambiziosa e influente personalità femminile della corte di Carlo d'Angiò e poi di Pietro d'Aragona, nota anche come giocatrice di scacchi.
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==Citazioni su Macalda Scaletta==
*{{NDR|Sull'aspetto marziale di Macalda, al cospetto di Pietro d'Aragona }} Avea costei figura di donna all'aspetto, ma portava alle spalle armi da guerriero e in mano una bacchetta di argento, e con certa apparenza di leggerezza, per nascondere il suo mistero, chiamava con fermi e ridenti occhi il [[:w:Pietro III d'Aragona|giovane]], il quale senza negar fede al [[:w:Alaimo da Lentini|marito]], l'animo della moglie asperse di certa rugiada di regia benevolenza. ([[Bartolommeo di Neocastro]], ''Historia Sicula'', inizio del capitolo <small>LI</small>)
 
*{{NDR|Macalda, nel suo secondo incontro con Pietro d'Aragona, risponde a due domande del re, facendo allusione alle sue mire su di lui}} Finalmente il Re, sendosi accorto come a lei facea noia l'andarsene, cercò con la mente un altro mezzo per allontanar la disonesta opera<ref>conCon riferimento all'approccio sessuale messo in atto dalla donna nei confronti del Re.</ref>; si volse dunque a colei e disse: «''che è quello che vie più temi?''» ed essa: «''che mio marito muoia''»; e di nuovo il Re: «''che è quello che più ami?''» e la donna: «''quello che più amo non è mio''». ([[Bartolommeo di Neocastro]], ''Historia Sicula'', inizio del capitolo <small>LI</small>)
 
*{{NDR|Sulla sua conoscenza degli scacchi}} il [[scacchi|gioco degli scacchi]] [...] fu praticato in [[Sicilia]] anche dalle donne, come è attestato dal famoso episodio di Macalda, l'ambiziosa e intrigante moglie di quell'[[:w:Alaimo da Lentini|Alaimo da Lentini]] che fu uno dei principali protagonisti dei [[:w:Vespri siciliani|Vespri siciliani]], che durante la sua prigionia nel castello di Matagrifone di [[Messina]], giocava a scacchi con l'emiro Margan Ibn Sebir, anch'egli prigioniero di re Pietro III d'Aragona. ([[Santi Correnti]])