Luigi Grande: differenze tra le versioni

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==''Diritto all'ozio''==
===[[Incipit]]===
Di tanto in tanto sul Parnaso e sull'Elicona spira un vento allarmistico: «Siamo in crisi, siamo in crisi». Né mancano le recriminazioni fra le nove sorelle e Apollo stesso: – Ma chi te l'ha fatto fare di infondere il furor poetico nella zucca di quel tale? – E tu cosa speravi di trarne da quello sciocco? – Hai visto in che stato è la poesia lirica? – E quella epica? – E quella drammatica? <br>
Scene di questo genere oggi sono all'ordine del giorno, ma anticamente succedevano di rado. <br>
Un allarme grave si ebbe quando, alla morte di Omero, una frotta intera di… come dire? Di mandolinisti si misero a fare i poeti epici. Ne vennero fuori i cosiddetti poemi ciclici e non occorrono certo i sapientoni moderni per statuire circa la decadenza della poesia greca, perché se ne accorsero già gli antichi, che a quei barbosissimi poemi resero presto giustizia, facendosene lacci per i calzari, se scritti su pergamena, e strame per le mucche se scritti su papiri.
 
===Citazioni===
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*Io vagheggio il «diritto all'[[ozio]]», mentre c'è chi si affanna a cercare con la lanterna, il diritto al lavoro nella carta costituzionale.
*Tre sono le credenze [[Religione|religiose]] collocate sopra tutte le altre nella universalità dei comuni giurati: la vita è bella e degna che severamente e magnificamente la viva l'uomo rifatto intiero nella libertà; l'uomo intiero colui che sa ogni giorno inventare la sua propria virtù, per ogni giorno offrire ai suoi fratelli un nuovo dono; il lavoro, anche il più umile, anche il più oscuro, se sia bene eseguito, tende alla bellezza e orna il mondo.
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Gli sbagli di Vostro Onore''===
L’espressione “la cosca della giustizia” mi è riaffiorata improvvisamente dai recessi della memoria in occasione dell’intervento di Leonardo Sciascia, con una pubblica dichiarazione, circa un “potere”, non propriamente legittimo, che potrebbe scaturire, o era scaturito, dagli organismi sorti per la lotta contro la mafia.<br>
Questa discutibilissima espressione, con la quale ho voluto iniziare questo lavoro, mi è tornata in mente con la voce di mio padre. E, da magistrato, da magistrato siciliano (sebbene più di quarant’anni vissuti nel Nord-Italia abbiano creato un’insuperabile cesura fra me e l’isola dove sono nato), dapprima ne sono rimasto turbato e, quasi, ferito!
 
===''L'incoerenza''===
Permettete che mi presenti? Rodolfo Izzo. Da Lecce. Ma sono cresciuto a Milano. Già, il solito "complesso di inferiorità" del meridionale che vuole atteggiarsi a settentrionalizzato. Se penso agli sberleffi dei miei compagni di scuola, quando a sedici anni venni a frequentare l'istituto commerciale a Milano, a causa del mio accento leccese...
 
===''L'onore''===
Settanta anni. Tutti di pene, a toglierci i primi dieci o quindici. Che giornataccia per il mio compleanno. Dalla marina continuano a salire nuvole dense. Da giorni e giorni non fanno che rovesciare acqua, ma ora si sono spezzate e sembrano tanti stracci buttati qua e là.<br>
Chissà se qualcuno si ricorderà che è il mio compleanno. Settanta anni. Quanti me ne restano? Oh, pochi fortunatamente.
 
==Bibliografia==
*Luigi Grande, ''Diritto all'ozio'', Editrice Intelisano, Milano, 1956.
*Luigi Grande, ''[http://www.liberliber.it/biblioteca/g/grande/index.htm Gli sbagli di Vostro Onore]'', Eura Press, Milano, 1988. ISBN 8870151409
*Luigi Grande, ''[http://www.liberliber.it/biblioteca/g/grande/index.htm L'incoerenza]'', Casa editrice Pan, Milano, 1975.
*Luigi Grande, ''[http://www.liberliber.it/biblioteca/g/grande/index.htm L'onore]'', Casa editrice Todariana, Milano, 1969.
 
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