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Il bambino che sognava la fine del mondo - i corsivi sono riportati dal libro
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==Citazioni==
*Dobbiamo prepararci a pensare e a combattere l' intera [[adolescenza]] come un gruppo criminale, l' intera [[giovinezza]] come un' associazione a delinquere. (citato in ''Corriere della Sera'', 20 agosto 2006)
*C'è il mito e c'è lo stereotipo. In mezzo, un confine quasi invisibile. Ahimè. Sì, perché stavolta nell'ultimo film di [[Brian De Palma]] c'è poco Brian De Palma. (citato in ''Corriere della Sera'', 9 ottobre 2006)
*{{NDR|Il [[Risorgimento]] è}} L'unica stagione epica del nostro immaginario poetico-nazionale a essere la più dimenticata. (citato in ''Corriere della Sera'', 3 marzo 2008)
*Una [[scuola]] senza fondi non conta niente. E mi pare che la politica non abbia intenzioni in questo senso. Sono d' accordo con il 5 in condotta, è giusto che siano sanzionati atteggiamenti violenti, irrispettosi. Ma mi sembra un' operazione demagogica: non si può chiedere alla scuola di andare in una direzione opposta rispetto alla società. In più, oggi i genitori percepiscono la scuola come un negozio, dove il figlio è il cliente da soddisfare. Sempre. (citato in ''Corriere della Sera'', 2 febbraio 2009)
*Vorrei che [[Milano]] tornasse la città insorta del 1848, piena di virgulti e voglia di cambiamento, una Milano dove l'interesse privato e particolare venisse messo da parte per fare spazio al bene comune. (citato in ''Corriere della Sera'', 31 dicembre 2005)
 
{{intestazione|''L' ultimo artista in prima linea'', ''Corriere della Sera'', 5 ottobre 2005}}
*È quell'idea di libertà politica ad averci dimenticati lungo un binario morto della storia, non siamo noi ad aver dimenticato il [[Risorgimento]]. L'eredità del [[Romanticismo]] è invece malignamente viva.
*Non c'è epoca della nostra storia più dimenticata del [[Risorgimento]]. In rapporto alla sua importanza, l'oblio è tanto insistente da far sospettare una rimozione.
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*La vera sperimentazione oggi passa secondo me da un rapporto agonistico, non antagonistico, con la cultura pop: la cultura di massa egemone è un nemico da battere sul suo stesso terreno, facendo in maniera più potente ciò che fa lei stessa. È accaduto in America con l'Avant-pop: il tentativo di fare un romanzo colto capace però di rivolgersi a un pubblico ampio.
*{{NDR|L'Ottocento}} Nella dimensione artistica e mitica, è un secolo più contemporaneo del Novecento e di molte sue esperienze: penso alla vocazione popolare e all'istinto comunicativo del romanzo e del melodramma. Comunque questa idea del passato non asseconda certo il mainstream.
*Viviamo nel tempo del revisionismo, caratterizzato da un pervicace spirito di risentimento rispetto al passato, con intenti demistificatori se non denigratori: la tendenza a disseppellire i morti per ucciderli una seconda volta, a svilire la dignità etica e politica della storia. È una sorta di nichilismo. Ecco, secondo me bisogna abbandonare il risentimento del revisionismo ossessivo e petulante e cercare una forma di sentimento della storia. Cercare nella storia la sua capacità di offrire una visione etica ed epica.
 
== [[Incipit]] di ''Il bambino che sognava la fine del mondo'' ==
''"Correte. Mio padre sta uccidendo mia madre".<br/>Il bambino biondo ha lo sguardo allucinato. Due grandi occhi blu che pare fissino il vuoto ma guardano di lato.<br/>La mamma gli toglie la cornetta del telefono dalle mani e rassicura la polizia all'altro capo del filo: non è vero, non accade nulla di terribile nel cuore della notte, suo figlio è sonnambulo. Il bambino ha sognato.<br/>I poliziotti vengono comunque a controllare. "Si metta nei nostri panni, signora, la chiamata c'è stata."<br/>Quando arrivano, tutto appare tranquillo. Nessuna traccia di violenza. La mamma sta bene. Il papà è in [[India]], in viaggio d'affari.<br/>Il bambino è già di nuovo nel suo letto. Ha urlato ancora un paio di volte di terrore, nel sonno, poi si è chetato.''
 
== Bibliografia ==
* Antonio Scurati, ''Il bambino che sognava la fine del mondo'', Bompiani, 2005. ISBN 9788845262418
==Altri progetti==
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