Suso Cecchi D'Amico: differenze tra le versioni

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*Mentre con gli attori, alcuni dei quali di scarso talento, [[Luchino Visconti|Visconti]] si prodigava ad aiutarli perché facessero carriera, con [[Franco Zeffirelli]] e anche con altri aspiranti alla regia non fu generoso. Lo consigliò, incoraggiò, apprezzò finché lavorò come scenografo per lui, ma il modo in cui criticò i primi passi di Zeffirelli in teatro e nel cinema non fu simpatico. (p. 88)
*{{NDR|[[Francesco Rosi]]}} Come Franchino {{NDR|[[Franco Zeffirelli]]}}, deve tutto alla scuola di [[Luchino Visconti|Visconti]] il quale, maestro inflessibile, gli ha fatto proprio sputare sangue. (p. 88)
*{{NDR|[[Walter Chiari]]}} Era un ''entertainer''. Saliva sul palcoscenico e parlava per un'ora, con la gente che si sbellicava dalle risate. Aveva una qualità pressoché unica: di solito il comico non è bello, e spesso non è nemmeno giovane. Lui era bello, giovane e spiritoso. (p. 100)
*{{NDR|[[Ettore Giannini]]}} Un regista molto importante, di grandissimo talento, che si è in qualche modo suicidato professionalmente a causa della rivalità con [[Luchino Visconti|Luchino]] e [[Giorgio Strehler|Strehler]]. Giannini non era da meno di nessuno dei due, ma era un nevrotico. Quando l'impresa alla quale si era dedicato stava per decollare, cercava con tutte le sue forze di dimostrare che non era realizzabile. La competizione, anziché spronarlo, lo distrusse. (p. 107)
{{NDR|[[Sophia Loren]] nel film ''[[Peccato che sia una canaglia]]'', suo primo ruolo da protagonista}} La imponemmo [[Ennio Flaiano|Flaiano]] e io, che l'avevamo vista passare a Cinecittà, bella, eccessiva, decorativa come un albero di Natale. Era anche brava, dato che, come diceva a ragione [[Vittorio De Sica|De Sica]], i bambini e i napoletani bucano lo schermo. Non mancava di una sua aristocrazia, con quelle braccia, mani e gambe stupende. (p. 115)
{{NDR|[[Silvana Mangano]]}} Non aveva la passione del cinema e della recitazione. [...] A Silvana non importava niente, lo faceva solo per suo marito, e trascinata dall'enorme successo personale che aveva riscosso. [...] Non ha mai condotto una vita normale: si è sposata giovanissima con un uomo che la idolatrava e l'ha viziata in modo assurdo. Non ha conosciuto la realtà, incapace com'era di prendere autonomamente persino un tram. [...] Suscitava negli uomini furibonde passioni. Ha avuto delle grandi ''amitiés amoureuses'', che si mantenevano per quel che ne so su un piano di lettere, telefonate, visite di omaggio. Era in ogni caso una donna fascinosissima, misteriosa. (pp. 115 sgg.)
*{{NDR|[[Roberto Rossellini]]}} Era un grande cronachista. Ho sempre detto che non ci potevamo permettere di fare un'altra guerra per far girare qualche altro bel film a Rossellini. ''[[Paisà]]'' e ''[[Roma città aperta]]'' sono dei grandi film, grandi come gli avvenimenti che a lui erano congeniali. Non era un regista da piccola cronaca quotidiana. (p. 118)
*In [[Roberto Rossellini|Rossellini]] c'erano l'avventuriero e l'uomo di grande generosità. (p. 120)
*[[Roberto Rossellini|Rossellini]] era una persona che aveva macinato un patrimonio proprio, poi aveva guadagnato moltissimo, ma si ritrovava perennemente senza una lira. La sua generosità era grande quanto la sua incoscienza. (p. 121)
*Nannarella {{NDR|[[Anna Magnani]]}} aveva un carattere impossibile, passionale, estremo. (p. 125)
*{{NDR|[[Anna Magnani]]}} Non era bella, spesso cupa come il suo cane lupo color dell'ebano. Aveva sempre le occhiaie, un colorito terreo e i capelli neri come non si può immaginare, della consistenza di una matassa di seta pesante. Le gambe erano magre e leggermente storte, era piccolina e forte di fianchi. Aveva un ''décolleté'' splendido, come pure lo erano le mani e i piedi. Dovunque entrasse e in scena, non guardavi altri che lei. Era poi capricciosissima e prepotente. (pp. 126-127)
 
==Bibliografia==