Giulio Cesare Croce: differenze tra le versioni

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[[Immagine:giuliocesarecroce.jpg|thumb|Giulio Cesare Croce]]
'''Giulio Cesare Croce''' (1550 – 1609), scrittore, cantastorie, commediografo ed enigmista italiano.
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==''Le sottilissime astuzie di Bertoldo''==
===[[Incipit]]===
Nel tempo che il Re Alboino, Re dei Longobardi si era insignorito quasi di tutta Italia, tenendo il seggio reggale nella bella città di Verona, capitò nella sua corte un villano, chiamato per nome Bertoldo, il qual era uomo difforme e di bruttissimo aspetto; ma dove mancava la formosità della persona, suppliva la vivacità dell'ingegno: onde era molto arguto e pronto nelle risposte, e oltre l'acutezza dell'ingegno, anco era astuto, malizioso e tristo di natura. E la statura sua era tale, come qui si descrive.
 
===Citazioni===
*A chi la va bene, par savio.
*Chi è scottato dalla minestra calda soffia sulla fredda.
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*Chi sta in sospetto, vada a buon'ora a letto.
*Chi ha la virtù per guida va sicuro al suo viaggio.
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''La Farinella''===
'''Flavio'''– Voi mi date una cattivissima nuova, Signor Lelio, a dirmi che vostro padre vuole che voi andiate a Padova allo Studio, perché mi farà aviso di restar senza vita restando senza di voi che sete mio tanto caro amico e compagno; e quando ha egli fatto questa risoluzione?<br>
'''Lelio'''– Dui giorni sono; né perché io gl'abbia detto ch'io non sono dedito alli studi, e che ancora per qualche amico suo gli abbia fatto parlare per me e raccordargli che non avendo altri figliuoli che me, doveria tenermi appresso di sé per piú cause, nondimeno nissuno non ha potuto impetrare grazia ch'io non vada, e insomma la sua resoluzione è questa, né vuole udire piú parole da nissuno.
 
===''Le piacevoli e ridicolose semplicità di Bertoldino''===
Dopo la morte dell'astutissimo Bertoldo essendo restato il Re Alboino privo di così grand'uomo, dalla cui bocca scaturivano detti tanto sentenziosi e che con la prudenza sua aveva scampato molti strani pericoli nella sua corte, gli parea di non poter vivere senza qualcheduno il quale, oltre che gli desse consiglio e aviso nelle sue differenze, come facea già il detto Bertoldo, gli facesse ancora con qualche piacevolezza passare tal volta l'umore; e pur s'andava imaginando che della razza di esso Bertoldo vi fusse rimasto qualchedun altro, il qual, se bene non fusse stato così astuto e accorto come il detto, avesse almeno avuto alquanto di quel genio e di quella sembianza, per tenerlo appresso di sé, come faceva la buona memoria di esso Bertoldo.
 
===''Novella di Cacasenno figlio del semplice Bertoldino''===
Erminio, Gentiluomo favorito Cortigiano del Re Alboino, avendo con un suo Servitore scorso molti giorni la campagna, passò sotto la montagna sopra la quale abitava la Marcolfa con il gustosissimo umore di suo figlio Bertoldino. Ed immaginandosi far cosa grata al Re e la Regina suoi Signori, portandogliene qualche novella, si pose a salire la montagna, e giunto alla casa vidde, stante la qualità del paese, una assai buona fabrica, e quivi picchiando alla porta, si affacciò la Marcolfa alla finestra, la quale scendendo a basso, e riconoscendo Erminio, con molta allegrezza lo condusse in casa, facendogli liete accoglienza; e, discorrendo, gli raccontò di suo figlio Bertoldino, che avea preso moglie, e che con li danari e robe donategli dal Re e dalla Regina, quando già furono in Corte, avevano comperati alcuni poderi e accomodatisi di molti mobili e suppellettili per loro proprio comodo, soggiungendo di più che Bertoldino suo figlio, all'uscire di fanciullezza, era divenuto accorto, onde ne vivevano con molto loro contento e tranquillità d'animo.
 
== Note ==
<references/>
 
==Bibliografia==
*Giulio Cesare Croce, ''Bertoldo e Bertoldino (col Cacasenno di Adriano Banchieri)'', BUR Rizzoli, 1973. ([http://www.liberliber.it www.liberliber.it])
*Giulio Cesare Croce, ''La Farinella'', Einaudi, 1965. ([http://www.liberliber.it www.liberliber.it])
 
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