Gigi Garanzini: differenze tra le versioni

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*Da anni non metto piede in uno stadio. Da una serata a San Siro in cui l'accoglienza della curva interista alla coppia Totti-Cassano fu tale che a un certo punto semplicemente me ne andai. [...] Quello che conta è la prevenzione: E il mio slogan, dopo mezzo secolo di calcio gustato dal vivo, è diventato: se li conosci (gli stadi, e i loro frequentatori) li eviti. (20 aprile 2009)
 
*Se il Chelsea fosse l'[[Inter]] e viceversa, ne avremmo per giorni e giorni su rigore e espulsione ignorati all'andata e gli abbracci di Motta e Samuel non visti al ritorno. Gli inglesi invece non conoscono la moviola. E se la conoscono, la evitano. (17 marzo 2010)
 
==La Stampa==
*Tre cartellini gialli, 43 falli: 22 fischiati contro l'Argentina, 21 contro l'Inghilterra. Detta così sembra facile. Il fatto è che bisogna saperla rendere facile una partita come Argentina-Inghilterra, con tutto quel che si portava dietro, dalla mano de dios dell'86 alla sceneggiata di Simeone del '98 e sullo sfondo tutto il resto che sappiamo. Il fatto è anche che quell'unico fischio di differenza è proprio quello che la differenza l'ha fatta, quando mancava poco piu' di un minuto alla fine del primo tempo. Pure, non ci ha pensato un istante il nostro Collina. Piazzato, tanto per cambiare, in posizione ideale per decidere, [[Pierluigi Collina|Collina]] ha visto la gamba di Pochettino alzarsi d'istinto per intercettare quella di Owen. [...] Non ha azzeccato soltanto quel fischio, Collina. Ha indovinato anche gli altri quarantadue, così come i tre cartellini: uno a Batistuta per aver lasciato il piede su Cole che rinviava, subito in avvio, per far capire che aria tirava, uno allo stesso Cole per sgambetto su Ortega, uno a Heskey per aver allontanato il pallone fingendo di non aver udito il fischio. Dopo tanti dilettanti allo sbaraglio con l'hobby dell'arbitraggio, finalmente un fuoriclasse del fischietto, non a caso reputato il migliore del mondo. Mica per altro. Per la disinvoltura con cui riesce a rendere facili le partite difficili, quale certamente era questa di Sapporo. Come era successo ad Agnolin al Mondiale messicano dell'86, quando aveva domato da par suo un'Argentina-Uruguay ben piu' avvelenata della sfida di ieri. E come non era invece accaduto a Gonella, unico arbitro italiano a dirigere una finale nella storia dei Mondiali, in Argentina-Olanda del '78, al cospetto dei generali padroni di casa. E se in Italia, [[Pierluigi Collina|Collina]] non gode della stessa reputazione che lo accompagna nel resto del mondo, non è soltanto perchè da noi restano più gettonati gli arbitri che sanno essere deboli con i forti e forti con i deboli. É anche perchè, per evadere dalla routine di indiscutibile primo della classe, Collina coltiva il ben noto vezzo, tra tante partite difficili che riesce a rendere facili, di renderne di tanto in tanto difficile una che sarebbe facile.