Edith Wharton: differenze tra le versioni

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==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Dopo''===
====Gabriella Ernesti====
"Oh, certo che ce n'è uno ma non lo riconoscerete mai."<br />
L'affermazione, gettata lì ridendo, sei mesi prima, in un giardino pieno della luce dorata di giugno, si riaffacciò alla mente di Mary Boyne, apparendole sotto tutt'altra luce, mentre, nel crepuscolo di dicembre, attendeva che le lampade fossero portate in biblioteca.<br />
Quelle parole erano state pronunciate dalla sua amica Alida Stair, mentre insieme prendevano il tè sul prato davanti a Pangbourne, e si riferivano alla casa in cui si trovava ora Mary, e della quale la biblioteca costituiva il cuore e il perno. <br>
 
{{NDR|Edith Wharton, ''Storie di fantasmi'', traduzione di Gabriella Ernesti, Bompiani}}
 
====Grazia Alineri====
Oh, ce n'è uno, naturalmente, solo che non lo riconoscerete mai». L'affermazione, profferita con allegria sei mesi prima in un gaio giardino di giugno, si ripresentò alla mente di Mary Boyne, con una nuova percezione del suo significato, in un imbrunire del mese di dicembre, mentre aspettava in biblioteca che portassero le lampade.<br>
Le parole erano state pronunciate dalla sua amica Alida Stair mentre sedevano a prendere il tè sul prato di casa sua, a Pangbourne; ed erano riferite alla casa di cui la biblioteca in questione costituiva l'espressione centrale, il perno.<br>
{{NDR|Edith Wharton, ''Dopo'', traduzione di Grazia Alineri, in "Il colore del male. I capolavori dei maestri dell'horror", a cura di David G. Hartwell, Armenia Editore, 1989. ISBN 8834404068}}
 
===''Ethan Frome ''===