Giorgio Saviane: differenze tra le versioni

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''L'inquisito''
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Il quadro<br>Maurice andava per il sentiero. Gli avevano detto che bere faceva male, che era vergognoso. Tutti lo disprezzavano, anche sua madre. Era un fallito. Perché, si chiedeva, se uno non vuole nulla può lo stesso essere fallito? A lui bastava non pensare. Oppure pensare cose piccole, le parole di un dialogo sulla temperatura che oggi era buona. Si era d'autunno o in primavera? Quasi non lo sapeva. O era inverno, con quel cielo plumbeo, da neve? Queste cose erano facili, si potevano dire anche se gli altri ti giudicavano strano. Forse racchiudono un significato, sì, vengono da dentro, ma non devi scavare nella mente. Vengono come l'aria tiepida contro la mano che tiene il pomo del bastone.
===Citazioni===
*Se sperassi nella [[preghiera]], chiederei di limitare le forme sulla terra, le voglie dell'uomo, l'evoluzione dell'uomo: chiederei di fermarci, così come siamo, capaci di amare e di vivere per il tempo di una vita, ora corta ora lunga, piena di aiuto, di compagnia. (p. 110)
*Solo da morti, [[scrittore]] e asino, trovano la loro glorificazione. (p. 119)
*''Eutanasia di un amore''<br>Paolo è tornato a Firenze, all'Università. Qui tutto gli parla di Sena, ma dolcemente come ogni passato. E Silva? Inghiottita dall'accadere; e tuttavia è lei la principale suggeritrice dell'idea nata dalla sua complessa avventura d'amore.<br>«I fatti coinvolgono quanto le idee» aveva divagato stamani a lezione. Sarebbe come chiedersi se è nata prima la parola del fonema o del sintagma; sembra evidente. Prima il fonema della parola, dopo il sintagma, e quindi la grammatica e la sintassi. Invece si hanno fondati sospetti che il bambino pronunci la prima parola perché gli si è chiarito anche il contesto. Allora? I fatti hanno forse una predestinazione semantica? Un'armonia cosmica che ci sfugge? E vuol dire qualcosa durante gli anni o i giorni o le ore? Come il rosso e il nero alla roulette, conta che sia uscito la volta prima il rosso perché ci siano probabilità che esca il nero? no: neppure se fosse uscito cento volte. (p. 161)