Jack Vance: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Jack Vance Boat Skipper.jpg|thumb|Jack Vance al timone della sua barca, inizio anni ottanta]]
'''Jack Vance''', vero nome '''John Holbrook Vance''' (1916 – vivente), scrittore statunitense.
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'''Jack Vance''', vero nome '''John Holbrook Vance''' (1916 – vivente), scrittore statunitense. Ha inoltre usato gli pseudonimi di '''Ellery Queen''' (dal famoso scrittore di gialli), '''Alan Wade''', '''Peter Held''' e '''John van See'''.
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Alastor 2262''===
Lontano, verso l'orlo della galassia, c'è l'Ammasso Alastor, una spirale di trentamila stelle vivissime, in un volume irregolare dal diametro di venti-trenta anni luce. La regione spaziale circostante è buia, occupata soltanto da poche stelle eremite. Per chi lo guarda dall'esterno, Alastor è uno spettacolo sfolgorante di torrenti di stelle, di reticoli luminosi, di noduli scintillanti. Nubi di polvere stanno in sospensione in quello splendore: le stelle che vi sono immerse brillano di luce color ruggine, rosa, o ambra affumicata. Stelle buie vagano invisibili tra un milione di frammenti subplanetari di ferro, di scorie e di ghiaccio: i cosiddetti "starmenti".
 
===''Fuga dal pianeta Tschai''===
Aila Woudiver sedeva appollaiato su uno sgabello, nel capannone ai margini delle pianure salate del Sivishe. Una catena univa il collare che gli circondava il collo a un cavo sistemato in alto. In questo modo poteva spostarsi dalla tavola allo sgabuzzino dove dormiva, trascinandosi dietro la catena.
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===''I tesori di Tschai''===
Il sole, Carina 4269, era entrato nella costellazione di Tartusz, segnando in tal modo l'inizio di Balul Zac Ag, o "tempo del sogno innaturale", quando carneficine, saccheggi, tratte di schiavi e incendi dolosi subivano un temporaneo arresto sugli Altopiani Lokhar. Balul Zac Ag era l'epoca in cui si teneva la Grande Fiera, o forse era stata la Grande Fiera che, dopo centinaia e centinaia d'anni, aveva finito col dare origine a Balul Zac Ag. Da tutti gli altopiani e dalle confinanti regioni gruppi di Xar, Zhurveg, Seraf e Niss scendevano a Smargash per riunirsi, commerciare, risolvere controversie locali e raccogliere notizie. Si sentiva nell'atmosfera odore di odio: sguardi velati, maledizioni mormorate tra i denti, scatti di insofferenza mal trattenuti accentuavano il colore e la confusione del bazar. Solo i Lokhar, cioè gli uomini dalla pelle tinta di nero e dai capelli tinti di bianco e le donne con la pelle bianca e i capelli neri, mantenevano un'espressione serena e tranquilla.
 
===''L'odissea di Glystra''===
Diceva di chiamarsi Arthur Hidders. Indossava abiti tipicamente terrestri e, fatta eccezione per i capelli e i baffi, che portava molto lunghi, sembrava un perfetto abitante della Terra. Era alto circa un metro e settanta, magro e con dei lineamenti delicati che contrastavano con la grossezza della testa.<br>
Voltate le spalle all'oblò che si apriva sull'immensità dello spazio, fissò il vecchio Eli Pianza con uno sguardo talmente ingenuo da sembrare quasi infantile. «Tutto questo è molto interessante... ma non vi sembra, come dire, inutile?»
 
===''L'ultimo castello''===
Verso la fine di un tempestoso pomeriggio estivo, con il sole uscito finalmente dalla cortina di nuvoloni neri, il Castello di Janeil era stato preso, e i suoi abitanti sterminati. Quasi fino all'ultimo le fazioni all'interno dei ''Clan'' del castello avevano dibattuto su come andare incontro degnamente al Destino. I Nobili e i Dignitari più importanti avevano scelto di ignorare completamente quelle circostanze poco decorose, e si erano dedicati alle loro normali attività con il medesimo puntiglio del solito. Alcuni Cadetti, disperati fino al punto di arrivare all'isterismo, avevano preso le armi e si erano preparati a resistere all'assalto finale. Altri ancora, forse un quarto della popolazione totale del castello, avevano aspettato passivamente, pronti — quasi con felicità — a espiare i peccati della razza umana.
 
===''Le insidie del pianeta Tschai''===
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==Bibliografia==
*Jack Vance, ''Alastor 2262'', traduzione di Roberta Rambelli, Ed. Nord, 1976.
*Jack Vance, ''Fuga dal pianeta Tschai'', traduzione di Beata della Frattina, Mondadori, 1993. ISBN 880437618X
*Jack Vance, ''I tesori di Tschai'', traduzione di Beata della Frattina, Mondadori, 1971.
*Jack Vance, ''L'odissea di Glystra'', traduzione di Hilia Brinis, Mondadori, 1984.
*Jack Vance, ''L'ultimo castello'', traduzione di Gianni Pilo, Newton, 1994. ISBN 8879835920
*Jack Vance, ''Le insidie del pianeta Tschai'', traduzione di Beata della Frattina, Mondadori, 1993. ISBN 8804368152
*Jack Vance, ''Naufragio sul pianeta Tschai'', traduzione di Beata della Frattina, Mondadori, 1971.
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===Opere===
{{Pedia|Alastor 2262}}
{{Pedia|Ciclo di Tschai}}
{{Pedia|L'odissea di Glystra}}
{{Pedia|L'ultimo castello}}
 
[[Categoria:Scrittori statunitensi|Vance, Jack]]