Ursula K. Le Guin: differenze tra le versioni

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Rocannon esitò qualche istante, poi disse: — Sì. Per un poco. <br/>
Ma rimase laggiù per tutto il resto della sua vita. Quando le navi della Lega ritornarono sul pianeta, e Yahan guidò verso il sud una delle squadre, a Breygna, per incontrarlo, era morto. La gente di Breygna piangeva il suo Signore, e fu la sua vedova, alta, dai capelli biondi, che portava al collo una grande pietra blu incastonata nell'oro, ad accogliere coloro che erano venuti a cercarlo. Così egli non seppe mai che la Lega aveva dato il suo nome a quel mondo.
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
===Ciclo di Earthsea===
====''I venti di Earthsea''====
Vele lunghe e bianche come ali di cigno portarono la nave ''Farflyer'' nell'aria estiva, attraverso la baia, dalle scogliere di Armed Cliffs verso Gont Port. L'imbarca­zione scivolò sull'acqua cheta oltre il molo, una creatu­ra del vento così sicura e aggraziata che un paio di cit­tadini intenti a pescare sul vecchio pontile la accolsero acclamando, agitando la mano per salutare i membri dell'equipaggio e l'unico passeggero in piedi a prua.
 
====''Il mago di Earthsea''====
L'isola di Gont, una montagna che erge la sua vetta un miglio al di sopra del mare di Nordest squassato dalle tempeste, è una terra famosa per i suoi maghi. Dalle cittadine delle sue alte valli e dai porti delle strette baie scure, molti gontiani sono partiti per servire i signori dell'arcipelago nelle loro città, come maghi o stre­goni; oppure, spinti dal desiderio d'avventura, sono andati vagando e operando magie da un'isola all'altra di tutto Earthsea. Tra co­storo, alcuni sostengono che il più grande e senza dubbio più fa­moso viaggiatore fu quello di nome Sparviero, che ai suoi tempi divenne signore dei draghi e arcimago. La sua vita è narrata nelle ''Gesta di Ged'' e in molti canti: ma questa è una vicenda di un tem­po che precedette la sua fama, prima che venissero composte quelle canzoni.
 
====''L'isola del drago''====
Dopo la morte di Selce, agiato contadino della Valle di Mezzo, la vedova era rimasta nella fattoria. Il figlio andava per mare e la figlia si era maritata con un mercante di Valmouth; così lei era rimasta sola alla Fattoria delle Querce. La gente diceva che un tempo, nella terra da cui veniva, era una persona importante, e infatti il mago Ogion si fermava sempre alle Querce per salutarla; ma questo non voleva dire granché, dato che Ogion frequentava ogni sorta di nullità.
 
====''La spiaggia più lontana''====
Nel Cortile della Fontana il sole di marzo splendeva attraverso le giovani fronde dei frassini e degli olmi, e l'acqua zampillava e ricadeva nell'ombra e nella luce chiara. Il cortile scoperto era cin­to da quattro alti muri di pietra. E oltre quei muri c'erano stanze e cortili, passaggi, corridoi, torri, e poi le mura di cinta della Grande Casa di Roke, capaci di resistere all'assalto della guerra o del ter­remoto o dello stesso mare, poiché erano costruite non solo di pietra ma anche di magia invincibile. Perché Roke è l'Isola dei Saggi, e vi viene insegnata l'arte magica; e la Grande Casa è la scuola e il centro della magia; è il luogo centrale della Casa è quel piccolo cortile, racchiuso tra i muri, dove zampilla la fontana e gli alberi stanno impavidi nella pioggia o nel sole o nella luce delle stelle.
 
====''Le tombe di Atuan''====
— Vieni a casa, Tenar! Vieni a casa!<br>
Nella valle profonda, al crepuscolo, i meli erano alla vigilia della fioritura; e qua e là, tra i rami in ombra, un fiore s'era aperto prematuramente, roseo e bianco, come una stellina fioca. Lungo i filari del frutteto, tra l'erba nuova, folta e umida, la bambina correva per la gioia di correre; quando si sentì chiamare non andò subito, ma fece un lungo giro prima di dirigersi verso casa. La madre, che attendeva sulla soglia della casupola, con la luce del fuoco alle spalle, guardava quella figuretta minuscola che correva e saltellava come un ciuffo di lanugine del cardo portato dal vento sopra l'erba già oscurata, sotto gli alberi.
 
===Ciclo dell'Ecumene===
====''Città delle illusioni''====
Immaginate le tenebre.<br>
Nelle tenebre che incombono fuori della vista del sole, uno spirito muto si destò. Immerso in un caos totale, non conosceva forma. Non possedeva linguaggio, e non sapeva che le tenebre erano la notte. Quando la luce dimenticata brillò intorno a lui si mosse barcollando, a volte correndo a quattro zampe, a volte tenendosi eretto, ma non andava in nessun luogo. Non aveva una via da percorrere nel mondo in cui si trovava, perché una via comporta un principio e una fine. Tutte le cose intorno a lui erano indistinte, tutte le cose gli si opponevano.
 
====''I reietti dell'altro pianeta''====
C'era un muro. Non pareva importante. Era fatto di ciottoli uniti senza pretese, con un po' di malta. Gli adulti potevano guardare senza sforzo al di là del muro, e anche i bambini non avevano difficoltà di scavalcarlo. Dove incontrava la strada, invece di avere un cancello degenerava in una pura geometria, una linea, un'idea di confine. Ma l'idea era reale. E importante. Da sette generazioni non c'era nulla di più importante, al mondo, di quel muro.
 
====''Il mondo della foresta''====
Due episodi del giorno precedente erano nei pensieri del capitano Davidson al suo risveglio, e lui rimase a osservarli nell'oscurità, per un lungo periodo di tempo, senza alzarsi dal letto.
 
====''Il pianeta dell'esilio''====
Nei giorni finali dell'ultima fase lunare d'Autunno, il vento cominciò a soffiare dalle montagne settentrionali e colpi le foreste morenti dell'Askatevar: un vento gelido, che sapeva di fumo e di neve. Avvolta nella sua pelliccia leggera, svelta e sottile come un animale selvatico, la ragazza Rolery scivolò tra i boschi in mezzo al tempestare delle foglie morte, allontanandosi dalle mura che sorgevano, pietra su pietra, sulla collina di Tevar e dai campi operosi per l'ultima messe. Si allontanò da sola, e nessuno la richiamò indietro. Si avviò lungo un esile sentiero che conduceva a occidente, marcato e rimarcato, fino a formare solchi, dal passaggio dei radipedi diretti a sud, e qua e là strozzato da tronchi caduti o da grandi ammucchiamenti di foglie.
 
====''La salvezza di Aka''====
Quando Sutty tornava sulla Terra di giorno, era sempre al villaggio. Di notte, era nella Riserva.<br>
Il giallo dell'ottone, il giallo della pasta di curcuma e del riso cotto con lo zafferano, l'arancione delle calendule, l'opaca foschia aranciata del pulviscolo del tramonto sopra i campi, rosso henné, rosso passiflora, rosso sangue secco, rosso fango: tutti i colori della luce del sole durante il giorno. Una zaffata di assafetida. Il mormorio d'acqua di ruscello di Zietta che chiacchierava con la madre di Moti nella veranda. La mano scura di zio Hurree immobile su una pagina bianca. Il benevolo occhietto porcino di Ganesh. Un fiammifero acceso, e l'intensa voluta grigia di fumo d'incenso: penetrante, vivido, dissolto.
 
==Bibliografia==
*Ursula K. Le Guin, ''Città delle illusioni'', traduzione di Margherita Molinari, Longanesi & C., 1975.
*Ursula K. Le Guin, ''I reietti dell'altro pianeta (Quelli di Anarres)'', traduzione di Riccardo Valla, Ed. Nord, 2007. ISBN 9788842915294
*Ursula K. Le Guin, ''I venti di Earthsea'', traduzione di Piero Anselmi, Ed. Nord, 2004. ISBN 9788842913085
*Ursula K. Le Guin, ''Il giorno del perdono'', traduzione di Giancarlo Carlotti, introduzione di Oriana Palusci, Fanucci Editore, Roma, 1997. ISBN 8834705874
*Ursula K. Le Guin, ''Il mago di Earthsea'', traduzione di Roberta Rambelli, Editrice Nord, 1979. ISBN 8842904694
*Ursula K. Le Guin, ''Il mondo della foresta'', traduzione di Riccardo Valla, Ed. Nord, 1997. ISBN 8842910694
*Ursula K. Le Guin, ''Il mondo di Rocannon'', traduzione di Riccardo Valla, Editrice Nord, Milano, 1999. ISBN 8842910716
*Ursula K. Le Guin, ''Il pianeta dell'esilio'', traduzione di Riccardo Valla, Ed. Nord, 1992.
*Ursula K. Le Guin, ''L'isola del drago'', traduzione di Riccardo Valla, Ed. Nord, 2004. ISBN 9788842913085
*Ursula K. Le Guin, ''La salvezza di Aka'', traduzione di Piero Anselmi, Mondadori, 2002. ISBN 8804511346
*Ursula K. Le Guin, ''La spiaggia più lontana'', traduzione di Roberta Rambelli, Ed. Nord, 2007. ISBN 9788842915225
*Ursula K. Le Guin, ''Le tombe di Atuan'', traduzione di Roberta Rambelli, Ed. Nord, 2007. ISBN 9788842915225
 
==Altri progetti==
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===Opere===
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[[Categoria:Autori di fantascienza|Le Guin]]