Isabel Hoving: differenze tra le versioni

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'''Isabel Hoving''' (1955-vivente), scrittrice olandese.
 
== ''La Compagnia del Gatto Volante'' ==
=== [[Incipit]] ===
* Qualche tempo dopo, Jaz pensò che fosse andata così perché gli piacevano gli oggetti utili. C'era del vero in questo: se non fosse stato così avido, sarebbe scappato subito a gambe levate e probabilmente non sarebbe successo nulla. Perché proprio lui doveva diventare l'eroe delle loro spaventose avventure? Era un ragazzo comunissimo, tranne che per quattro cose.<br/>La prima: era un collezionista, un bravo collezionista. Riponeva la sua roba in modo da poterla sempre ritrovare e da evitare che i suoi genitori gettassero tutto quanto nella spazzatura ogni sei mesi. Collezionava soprattutto oggetti utili, per esempio torce elettriche a energia solare che allo stesso tempo facevano anche da bussola, fischietto e coltellino. Ma aveva anche scaffali colmi di macchinine arrugginite, teschi e scheletri, un sacco di lucchetti e chiavi, videogiochi rotti, materiale elettrico e utensili di ogni sorta. Seconda cosa: era capace di addormentarsi dove e quando voleva. Terza cosa: si ricordava sempre i sogni, il che poteva risultare parecchio fastidioso, soprattutto se erano incubi e per tutto il giorno gli rimaneva l'impressione di avere un vampiro alle costole. Quarta ed ultima cosa: era un ladro.<br/>Proprio così. Provate a chiedergli della sua collezione di gioielli, che non mostra mai a nessuno, perché comprende orecchini, spille d'oro, anelli da donna... insomma, cose che non c'entrano nulla con un ragazzo di dodici anni. Cose rubate, un po' per caso, un po' di proposito. Se solo vi cade un orecchino quando Jaz è nei paraggi, oppure appoggiate un anello sul bordo del lavabo e andate per un attimo ad asciugarvi le mani... oppure, come fece quella signora con la pelliccia, se in un tram affollato vi lasciate scivolare dal polso un bracciale d'oro a forma di serpente (con tanto di rubini al posto degli occhi) e per caso rimane impigliato nel bottone della giacca di un ragazzo... be', in un batter d'occhio quel ragazzo sarà sceso alla fermata con un oggetto scintillante in mano e voi non potrete far altro che guardarlo dal tram che si allontana traballando.<br/>Comunque Jaz è l'eroe della storia e voglio dire una cosa in sua difesa: non rubava mai agli amici e di solito sgraffignava qualcosa solo se non doveva fare troppa fatica per prendersela.<br/>Per il resto era un ragazzo comune, snello, un po' pallido, i capelli arruffati, gli occhi luminosi. Non si notava proprio nulla di particolare in lui, nessun motivo perché dovesse ricevere quella telefonata. Eppure la ricevette.
===Citazioni===
* In un mondo dove tutto è in vendita, è rimasto un solo mercato da conquistare: i sogni degli esseri umani. Ma comprare il sogno può costare la vita.
* Il passato esiste. È una terra come ogni altra, e allo stesso tempo diversa da ogni altra, fatta di terra e cielo, acqua e vento, abitata da persone in carne ed ossa, antiche come gli albori dell'umanità. Il passato è pieno di ricchezze, di idee, di cose ancora da scoprire. È una terra da esplorare. E da depredare. La Giphart, la più antica impresa del mondo, lo sa. E sta cercando volontari da mandare indietro nel tempo, per impadronirsi degli ultimi oggetti rimasti invenduti: i sogni e i ricordi, le intuizioni, le invenzioni ancora da realizzare, impigliate nell'inconscio dell'umanità. Ma non si può risalire la corrente del tempo senza rischiare la vita.
 
=== [[Incipit]] ===
* Qualche tempo dopo, Jaz pensò che fosse andata così perché gli piacevano gli oggetti utili. C'era del vero in questo: se non fosse stato così avido, sarebbe scappato subito a gambe levate e probabilmente non sarebbe successo nulla. Perché proprio lui doveva diventare l'eroe delle loro spaventose avventure? Era un ragazzo comunissimo, tranne che per quattro cose.<br/>La prima: era un collezionista, un bravo collezionista. Riponeva la sua roba in modo da poterla sempre ritrovare e da evitare che i suoi genitori gettassero tutto quanto nella spazzatura ogni sei mesi. Collezionava soprattutto oggetti utili, per esempio torce elettriche a energia solare che allo stesso tempo facevano anche da bussola, fischietto e coltellino. Ma aveva anche scaffali colmi di macchinine arrugginite, teschi e scheletri, un sacco di lucchetti e chiavi, videogiochi rotti, materiale elettrico e utensili di ogni sorta. Seconda cosa: era capace di addormentarsi dove e quando voleva. Terza cosa: si ricordava sempre i sogni, il che poteva risultare parecchio fastidioso, soprattutto se erano incubi e per tutto il giorno gli rimaneva l'impressione di avere un vampiro alle costole. Quarta ed ultima cosa: era un ladro.<br/>Proprio così. Provate a chiedergli della sua collezione di gioielli, che non mostra mai a nessuno, perché comprende orecchini, spille d'oro, anelli da donna... insomma, cose che non c'entrano nulla con un ragazzo di dodici anni. Cose rubate, un po' per caso, un po' di proposito. Se solo vi cade un orecchino quando Jaz è nei paraggi, oppure appoggiate un anello sul bordo del lavabo e andate per un attimo ad asciugarvi le mani... oppure, come fece quella signora con la pelliccia, se in un tram affollato vi lasciate scivolare dal polso un bracciale d'oro a forma di serpente (con tanto di rubini al posto degli occhi) e per caso rimane impigliato nel bottone della giacca di un ragazzo... be', in un batter d'occhio quel ragazzo sarà sceso alla fermata con un oggetto scintillante in mano e voi non potrete far altro che guardarlo dal tram che si allontana traballando.<br/>Comunque Jaz è l'eroe della storia e voglio dire una cosa in sua difesa: non rubava mai agli amici e di solito sgraffignava qualcosa solo se non doveva fare troppa fatica per prendersela.<br/>Per il resto era un ragazzo comune, snello, un po' pallido, i capelli arruffati, gli occhi luminosi. Non si notava proprio nulla di particolare in lui, nessun motivo perché dovesse ricevere quella telefonata. Eppure la ricevette.
 
== Bibliografia ==
*Isabel Hoving, ''La Compagnia del Gatto Volante'', traduzione di Paolo Scopacasa, Salani, 2002. ISBN 978-88-8451-649-7
 
[[Categoria:Scrittori olandesi|Hoving, Isabel]]