Ludwig Feuerbach: differenze tra le versioni

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*[[Religione]] significa riconoscere ciò che io sono, prenderne atto. Ma, anzitutto, io non sono un essere che possa esistere senza luce, senz’aria, senz’acqua, senza terra, senza cibo, indipendentemente dalla [[natura]].
*È una pura fantasia che l’uomo abbia potuto elevarsi al di sopra dello stato animale solo grazie alla provvidenza, all’assistenza di esseri “sovrumani” – dei, spiriti, geni, angeli.
*Questa importanza degli animali per l'uomo, specialmente ai primordi della civiltà, giustifica pienamente la venerazione religiosa di cui sono fatti oggetto. Gli [[animali]] sono stati per l’uomo esseri indispensabili, necessari; da loro dipendeva la sua esistenza umana; ma ciò da cui dipende la vita, l’esistenza dell’uomo, è, per lui, [[Dio]].
*L’essere divino che si rivela nella [[natura]] non è altro che la natura stessa, che si rivela, si presenta e si impone all’uomo come un essere divino.
*Siamo posti nel seno della natura, eppure il nostro inizio, la nostra origine dovrebbe trovarsi fuori della natura? Viviamo nella natura, con la natura, della natura, eppure non deriveremmo da essa? Che contraddizione!
 
*L'[[unità]] è sterile, fecondo è solo il dualismo, l'opposizione, la differenza.
*Il [[mondo]] non ci è dato attraverso il pensiero, il pensiero, almeno, metafisico e iperfisico che astrae dal mondo reale e ripone in questa astrazione la sua vera, suprema essenza; ci è dato attraverso la vita, l’intuizione, i [[sensi]].
*La variabilità della [[natura]], soprattutto nei fenomeni che più fanno sentire all’uomoall’[[uomo]] la sua dipendenza da essa, è la ragione principale per cui essa gli appare come un essere umano, dotato di volontà, ed è oggetto della sua venerazione religiosa.
 
{{NDR|Ludwig Feuerbach, ''L'essenza della religione'', a cura di Anna Marietti Solmi, Einaudi, Torino 1972.}}