Andrea G. Pinketts: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 2:
 
==Citazioni==
*Una casa senza libri è come una pornostar senza vagina. (da ''L'assenza dell'assenzio'')
*C'è un gioco sottile nel risveglio. Una fase in cui la morte ti corteggia, lusingandoti, per protrarre il sonno e convincerti a non svegliarti mai più. La morte ha la prima mano. Ti presenta caleidoscopicamente ciò che ti attende non appena avrai aperto gli occhi. Di che sudare freddo in un letto caldo. Poi, ti fa una controproposta: ti invita a tenere gli occhi chiusi, come se tu fossi il testimone di un imminente delitto mafioso. Quindi, gioca la carta del torpore: un asso pigliatutto che si porta via i tuoi progetti per il passato, ramazza l'angoscia di un presente onnipresente come Dio, ti assicura che nel futuro, per tua fortuna, non ci sarai. (da ''Il senso della frase'')
*La stessa differenza che intercorre tra un mandante e un esecutore. Mandare è elegante, sia che si mandi un mazzo di fiori, sia che si mandi affanculo qualcuno. Il gesto è leggero, etereo, perché privo dell'abbruttimento inevitabile presente nella fisicità. L'intenzione si fa parola e la parola, sì, diverrà gesto, ma gesto altrui, di quello che porta i fiori, di quello che va a fare in culo. L'esecutore, diciamolo, è più volgare. Il fattorino del fiorista che porta le rose imprecherà toccandone le spine. Il tipo mandato a fare in culo si scontrerà con l'ingombrante opulenza del deretano. (da ''Il conto dell'ultima cena'')
*Il [[dolore]] è sordo, il dolore è muto. Il dolore è sordomuto. Sordo perché ascolta solo se stesso, muto perché non ci sono parole che possano parlarne. (da ''L'assenza dell'assenzio'')
*Il giorno dopo è sempre così. Il giorno dopo qualsiasi cosa. Un anno bisestile, una passione non corrisposta, una sbornia di liquore dolce. Non riesci ad abituarti all'idea di essere già al giorno dopo. Ti ritrovi nel tuo primo pomeriggio del tuo primo di gennaio a metà novembre e ti accorgi di essere stonato, perché fuori tempo. Per gli altri è un giorno come un altro. Per te, è un giorno come te. Sei in ritardo. Non sei ancora uscito da ieri ed è già domani, anche se gli altri lo chiamano oggi. (da ''Il vizio dell'agnello'')
*Il senso della frase è il sesso della frase, il suono della frase, il significato della frase. Il senso della frase battezza la frase, la estremizza e anche se la degrada col turpiloquio, la promuove comunque rendendola, alla fin fine, definitiva. Il senso della frase è il punto di arrivo del concetto espresso quando la frase è ancora nell'utero. È il punto di non ritorno. Un "punto e basta". Un punto esclamativo ma, soprattutto, 666 punti esclamativi. Diabolico senso della frase, io ti possiedo e ti amo. Fiato alle trombe di Eustachio, rimbombino le tube di Fallopio. Così è e così è stato. Non so se si nasca con il senso della frase. Di sicuro ci si muore. (da ''Il senso della frase'')
Line 15 ⟶ 13:
*Nei cimiteri, per quanti fiori ci siano, non è mai primavera. (da ''Il vizio dell'agnello'')
*Cos'è il [[rimorso]]? La paura della responsabilità di ciò che hai fatto o le manette a un attimo vissuto perché vivo? Il rimorso è una tomba su cui piangere lacrime di coccodrillo. (da ''Il vizio dell'agnello'')
 
==''L'assenza dell'assenzio''==
*Il [[dolore]] è sordo, il dolore è muto. Il dolore è sordomuto. Sordo perché ascolta solo se stesso, muto perché non ci sono parole che possano parlarne. (da ''L'assenza dell'assenzio'')
*La [[noia]]. La noia andrebbe calpestata con scarpe con la para. Diventerebbe paranoia, una malattia mentale meno pericolosa.
*Una casa senza libri è come una pornostar senza vagina. (da ''L'assenza dell'assenzio'')
 
==''Lazzaro, vieni fuori''==