Keith Jarrett: differenze tra le versioni

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'''Keith Jarrett''' (1945 – vivente), musicista e compositore statunitense.
 
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{{NDR|Keith Jarrett, citato in [[Ian Carr]], ''Keith Jarrett: l'uomo, la musica'', Arcana Editrice, Milano 1992}}
 
{{intestazione|''La provocazione di Jarrett «Liberate i pianisti classici»'', ''Corriere della Sera'', 7 maggio 2009}}
*Il cervello è ingannatore, le dita gli dicono cose che, da solo, non immaginerebbe mai.
*I grandi pianisti rischiano la schizofrenia. Lo stress produce un modo di suonare meccanico, la fedeltà è una trappola: io cerco di non essere fedele nemmeno a me stesso - il cervello è ingannatore, le dita gli dicono cose che, da solo, non immaginerebbe mai.
{{NDR|Keith Jarrett, intervista al Corriere della Sera del 7 maggio 2009}}
*Il mio pubblico ideale è "succoso". Ha ragione [[Emmanuel Ax]], altro grande pianista classico, quando dice che il pubblico della classica è troppo silenzioso. Sono più ordinati, ma non migliori del pubblico jazz.
 
*I pianisti classici non hanno uno sfogo per tutta quella musica che hanno dentro. E allora cercano di mettere qualcosa di personale dentro [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]], o [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]], uno sforzo terribile. Io suono [[Johann Sebastian Bach|Bach]] o [[Georg Friedrich Händel|Händel]] alla lettera, la "mia visione" non esiste. Ma quando improvviso sono completamente libero. I più grandi pianisti del mondo tengono la loro immaginazione al guinzaglio perché hanno sempre davanti quello spartito.
*Le note mi arrivano come un vapore sottile, come vapore acqueo. E io cerco di coglierne la forma prima che svaniscano nell'aria.
*Non si può capire [[Johann Sebastian Bach|Bach]] senza una conoscenza profonda del clavicembalo, ma l'evoluzione è nemica della padronanza tecnica. Il [[pianoforte]] non è cambiato dal diciannovesimo secolo a oggi, e questo è un bene.
==Citazioni su Keith Jarrett==
*La cosa che mi colpì più di ogni altra riguardo a Keith è che lo distingueva dagli altri musicisti, era che egli aveva veramente un rapporto d'amore con il pianoforte, una vera e propria ''relazione'' con lo strumento. ([[Jack DeJohnette]])