Sigmund Freud: differenze tra le versioni

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==''Autobiografia''==
*Sebbene vivessimo in grandi ristrettezze, mio padre desiderava che nella scelta della professione seguissi unicamente la mia vocazione. In quegli anni giovanili non sentivo alcuna predilezione speciale per la professione medica, né ebbi del resto a sentirla in seguito. Mi dominava piuttosto una specie di brama di sapere che, però, si riferiva più ai fenomeni umani che agli oggetti naturali … Lo studio precoce e approfondito della storia biblica, iniziato appena ebbi imparato a leggere, ha avuto, come potei riconoscere assai più tardi, un notevole peso nel determinare l'indirizzo dei miei interessi. Sotto l'influsso potente di una amicizia con un compagno di ginnasio un po' più vecchio di me (che in seguito è diventato famoso come uomo politico) mi ero messo in mente di intraprendere anch'io gli studi giuridici e di occuparmi di problemi sociali. Contemporaneamente, però, mi attraeva enormemente la teoria di [[Darwin]], allora molto in voga, perché sembrava promettere uno straordinario progresso nella comprensione del mondo. L'illustrazione del bel saggio [[goethiano|Goethe]] La natura, che udii poco prima dell'esame di maturità in una conferenza di volgarizzazione scientifica tenuta da Carl Brühl, mi fece decidere, infine, a iscrivermi alla facoltà di medicina. (p. 76 e s.)
*Nei primi anni di università dovetti rendermi conto che la peculiarità delle mie doti naturali, e la loro limitatezza, mi impedivano di ottenere qualsiasi successo in svariate materie scientifiche sulle quali mi ero gettato con giovanile e presuntuoso entusiasmo … Nel laboratorio di fisiologia di Ernst Brücke trovai finalmente la tranquillità e ottenni piena soddisfazione incontrando fra l'altro delle persone che potevo rispettare e prendere a modello: Brücke stesso, il maestro, e i suoi assistenti Sigmund Exner e Ernst Fleischl von Marxow … Le discipline propriamente mediche, fatta eccezione per la psichiatria, non esercitavano su di me una grande attrazione. (p. 77 e s.)
*Nell'istituto di anatomia cerebrale mi misi al lavoro con lo stesso impegno e fervore di cui avevo dato prova nel laboratorio di fisiologia, e dopo tutto anche in quegli anni di attività ospedaliera misi a punto alcune piccole ricerche (sul decorso delle fibre e sulle origini dei nuclei del midollo allungato) che furono notate da Edinger … Dal punto di vista pratico l'anatomia cerebrale non rappresentava certo un progresso rispetto alla fisiologia. Delle esigenze pratiche cominciai a tener conto quando decisi di dedicarmi allo studio delle malattie nervose. A quel'epoca a Vienna questa specialità medica veniva coltivata da poche persone, il materiale d'osservazione era disseminato in diversi reparti dell'ospedale e, dato che non esistevano buone opportunità di farsi una preparazione adeguata, ciascuno era costretto a essere il maestro di sé stesso … Giacché la fama del grande Charcot era giunta fino a me, concepii il proposito di prendere a Vienna la docenza in malattie nervose, per poi proseguire la mia preparazione professionale a Parigi. (p. 79)