Antico Testamento: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: Aquila nel Deuteronomio
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*Il Signore disse ancora ad Aronne: «Ecco, io ti do il diritto di tutte le cose consacrate dagli Israeliti, cioè a quelle che mi sono offerte per elevazione: io le do a te e ai tuoi figli, come diritto della tua unzione per legge perenne. Questo ti apparterrà tra le cose santissime, fra le loro offerte consumate dal fuoco: ogni oblazione, ogni sacrificio espiatorio e ogni sacrificio di riparazione che mi presenteranno; sono tutte cose santissime che apparteranno a te ed ai tuoi figli. Le mangerai in luogo santissimo; ne mangerà ogni maschio; le tratterai come cose sante. Questo ancora ti apparterrà: i doni che gli Israeliti presenteranno con l'elevazione e tutte le loro offerte fatte con il rito di agitazione; io le do a te, ai tuoi figli ed alle tue figlie con te per legge perenne. Chiunque sarà mondo in casa tua ne potrà mangiare.» (''Numeri'', 18, 8 – 11)
*I sacerdoti leviti, tutta la tribù di Levi, non avranno parte ne eredità insieme con Israele; vivranno dei sacrifici consumati dal fuoco per il Signore, e della sua eredità. [...] Questo sarà il dirito dei sacerdoti sul popolo, su quelli che offriranno come sacrificio un capo di bestiame grosso o minuto: essi daranno al sacerdote la spalla, le due mascelle e lo stomaco. [...] Se un levita, abbandonando qualunque città dove soggiorna in Israele, verrà, seguendo il suo desiderio, al luogo che il Signore avrà scelto e farà il servizio nel nome del Signore Dio tuo, come tutti i suoi fratelli leviti che stanno là davanti al Signore, egli riceveràper il suo mantenimento una parte uguale a quella degli altri. (''Deuteronomio'', 18, 1 – 8)
*Come un'[[aquila]] incita la sua nidiata e aleggia sopra i suoi piccoli, così egli spiega le ali, lo prende e lo porta sulle sue penne. (''Deuteronomio'', 32, 11)
*Quando furono giunti {{NDR| Sansone ed i suoi genitori}} alle vigne di Timna, ecco un [[leone]] venirgli incontro ruggendo. Lo spirito del Signore lo {{NDR|Sansone}} investì e, senza niente in mano squarciò il leone come si squarcia un capretto. […] Dopo qualche tempo [...] uscì dalla strada per vedere la carcassa del leone: ecco, nel corpo del leone c'era uno sciame d'[[ape|api]] e il [[miele]]. [...] Sansone disse loro {{NDR|ai Filistei}}: «Voglio proporvi un indovinello» [...] Egli disse loro: «Dal divoratore è uscito il cibo | e dal forte è uscito il dolce» [...] Gli uomini della città, il settimo giorno, prima che tramontasse il sole, dissero a Sansone: «Che c'è di più dolce del miele? | Che c'è di più forte del leone?» (''Giudici'', 14, 5 –18)
*Trovò allora una mascella d'[[asino]] ancora fresca, stese la mano, l'afferrò ed uccise con essa mille uomini. Sansone disse: «''Con la mascella dell'asino | li ho ben macellati! | Con la mascella dell'asino | ho colpito mille uomini!''» quando ebbe finito di parlare gettò via la mascella; per questo quel luogo fu chiamato ''Ramat-Lechi''. (''Giudici'', 15, 15 – 17)