Mario Canciani: differenze tra le versioni

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== ''Vita da prete'' ==
*Purtroppo, le istituzioni statali, sociali, religiose, spingono l'individuo non a farsi delle convinzioni personali, ma ad adottare quelle tenute in serbo per lui. La gente desidera, invece, che noi [[preti]] siamo cercatori della Verità, umili accompagnatori degli altri nel cammino di fede. Non possiamo predicare il Mistero e poi riempirlo di formule catechistiche. A noi preti, Cristo chiede di non confondere il dogma con il dogmatismo, l'assolutezza del Vangelo con le sue interpretazioni storiche. Dopo il Concilio Vaticano II, nessuno, prete o laico, dovrebbe essere chiamato a dire soltanto «Amen».<br>Ognuno ha la sua strada per arrivare a [[Dio]]. Il Dio della mia fede è un «Dio smemorato». Esperimento di continuo, quando confesso in chiesa o in carcere, che è Lui per primo a dimenticare anche i peccati più gravi. A chi mi dice: «Dio si è dimenticato di me», rispondo: «Dio si è dimenticato anche dei tuoi peccati, se li hai confessati. E questo è già un motivo per credere che Lui, nonostante tutto, ha cura di te». (p. 8)
*Una volta mostrarono a [[Cesare Lombroso|Lombroso]] una foto di detenuti e gli chiesero chi fosse quello che mostrava più nettamente i caratteri del criminale. Lombroso mise il dito su una testa che stava al centro della foto, dietro agli altri. Era il cappellano. Lombroso si giustificò poi affermando che non tutti realizzano le proprie inclinazioni... «Astra inclinant, non necessitant.» (p. 38)
*Sei proprio sicuro che [[Dio]] non ti [[perdono|perdona]]? Non lo credi abbastanza onnipotente per poterlo fare? [...]<br>Una volta, in un viaggio per mare, mentre stavo ammirando il tramonto, vidi con disgusto dei marinai che gettavano in acqua i rifiuti della cucina; ma il mare coprì tutto... Così è la [[misericordia]] di Dio infinito!<br>Si può anche non essere perdonati dagli altri, o trovare freddezza e distanza nella persona con cui vogliamo riconciliarci; ma la risposta di Dio alla nostra preghiera viene data dentro di noi. È Dio che fa l'opera di riconciliazione. Dio è il perdono dei nostri peccati. (pp. 47-48)
*Noi [[sacerdoti]] non dobbiamo far sentire alla gente solo il profumo del Vangelo, ma anche la sua forza. (p. 52)
*La tristezza di vedere tanti matrimoni spegnersi a volte dopo una sola, breve fiammata, è all'origine della mia attenzione verso gli sposi. [...] [[Papa Giovanni XXIII|Papa Giovanni]] riferì in un suo discorso di aver veduto, dalla finestra del palazzo apostolico, due fidanzati che si baciavano in piazza San Pietro. Ne approfittò per parlare dell'amore. [...] Chi non costruisce l'amore coniugale, alimentandolo con il fuoco della passione, con la gioia del donarsi, rischia di non conoscere fino in fondo il disegno di Dio per l'esistenza umana. L'amore coniugale è l'elemento fondamentale della [[famiglia]]; è il fuoco che di due fa una carne sola. [...] Il primo nucleo essenziale della [[Chiesa]] è la famiglia, vera «Chiesa domestica». (pp. 98-99)
*Nel mondo latino – si vedano le ''Favole'' di Fedro e ''L'asino d'oro'' di Apuleio – l'[[asino]] era di segno negativo. Nel mondo greco l'asino era considerato sacro e quindi di segno positivo. Pindaro lo canta nelle sue odi, Aristofane ne fa un portatore di misteri, la letteratura un simbolo del re. (p. 109)
*Il fiume pensa al mare che lo aspetta. Il mare attende il fiume che viene. Questo Oceano, che ha il cuore vulnerabile alla tenerezza, è [[Dio]]. In Lui troviamo la tenera armonia di noi stessi, perché sgorga da Lui la legge gravitazionale degli esseri. (p. 117)
*[[Dio]] ci cerca infinitamente di più di quanto noi lo cerchiamo. «Mio Dio,» scriveva [[John Henry Newman|Newman]] «credo che tu mi ami più di quanto io ami me stesso.»<br>Noi attendiamo Dio sulle strade della morale, della colpa, della paura. Lui viene sulle vie del perdono e della bontà. Dio non è il Grande Vendicatore, il Giustiziere, il cacciatore dei colpevoli. Il teologo [[Hans Urs von Balthasar |von Balthazar]] affermava: «L'inferno esiste, ma è vuoto». Dio non può volere una Auschwitz eterna.<br>Per sapere cosa significava per [[Gesù]] «amare», bisognerebbe interrogare coloro che Egli ha incontrato […] lo stesso [[Pietro apostolo|Simon Pietro]] che aveva tradito Gesù, e che Egli pone, nonostante ciò, a capo della Sua Chiesa. (pp. 117-118)
*Non è dato a nessuno di avere tutte le risposte e di essere in grado di offrire tutte le ricette. Una cosa è però concessa a noi mortali: quella di [[ascoltare]]. L'uomo desidera intensamente essere ascoltato. Anche per [[Freud]] la terapia migliore è quella che passa per l'ascolto. Fu lui a dire che il migliore psicanalista è colui che sa ascoltare senza interrompere mai. (p. 119)
*Dopo ogni crisi, la [[vita]] riserva sempre nuove sorprese. Sono convinto che il meglio, nonostante tutto, ci stia sempre davanti. A qualsiasi età. (p. 122)
*È [[Maturità|maturo]] solo chi si ritiene immaturo, perché solo chi si ritiene immaturo cerca di colmare le sue lacune. E poi, la [[verità]] è troppo grande per essere posseduta integralmente da qualcuno... (p. 122)
*Sento di essere diventato prete soprattutto per i lontani [...]<br>Sono convinto che per i lontani le difficoltà non nascono tanto dal mistero, quanto dalla stessa [[Chiesa]]. Esperienze negative avute nel contatto con sacerdoti, la storia non sempre esemplare della comunità cristiana, i pregiudizi dei mass media «laici», la mancata distinzione tra la Chiesa segno e sacramento di salvezza e lo spessore umano di chi è annunziatore di quel segno, spiegano certi atteggiamenti di ripulsa verso un'istituzione voluta da Cristo.<br>Eppure c'è bisogno di legarsi agli altri per essere un credente. E questi altri sono i martiri, i santi, il mio vescovo che è unito da una catena ininterrotta agli Apostoli, i semplici cristiani che vivono luminosamente il loro cristianesimo... La Chiesa è questo Popolo di Dio che, come ha detto il Concilio, cammina sui sentieri del tempo, credendo nella paternità divina e nella fratellanza universale.<br>Il frutto visibile di una [[fede]] viva è la gioia. Anche umanamente, quando c'è il massimo di amore c'è felicità e humor. (pp. 123-124)
*Anche nelle giornate più buie, c'è qualche piccola gioia che il [[Dio|Signore]] semina sul nostro sentiero, per incoraggiarci a camminare verso di Lui. Se fossimo attenti, scorgeremmo dovunque le sue tracce, le pagliuzze d'oro della sua tenerezza infinita. (p. 127)
*[[San Francesco d'Assisi|San Francesco]] chiamava gli [[animali]] «i nostri fratelli più piccoli». Per loro aveva le attenzioni più delicate. Voleva scrivere a Federico II perché con un editto stabilisse che a Natale le strade fossero cosparse di granaglie e di grano per gli uccelli: anch'essi dovevano gioire per la nascita del Redentore. Perché non fossero calpestati, scansava dai sentieri i vermi. A Sant'Angelo in Pantanelli, presso Orvieto, viene mostrato tuttora uno scoglio sul Tevere, dal quale avrebbe gettato nel fiume dei pesci che gli erano stati regalati, dicendo: «Fatevi furbi...». Per questo il 4 ottobre 1987, in prima assoluta, ho celebrato in chiesa una paraliturgia, presenti animali e padroni, soprattutto bambini. C'era di tutto: cani, gatti, una papera, dei pesciolini, una tartaruga... Un vero ''Cantico delle creature''!<br>La stampa diede grande rilievo all'avvenimento e furono in molti a scrivermi per approvare il mio gesto. Ricordo una lettera che diceva:<br> «Io so di non credere in Dio, ma quello che lei fa mi avvicina a Lui, se esiste...»<br>Da quel 4 ottobre, vecchi pensionati e anziane signore, che prima si privavano di fare una preghiera per non lasciare la loro bestiola, possono entrare liberamente in chiesa. (pp. 132-133)