Massimo Onofri: differenze tra le versioni

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'''Massimo Onofri''' (1961 – vivente), saggista e critico letterario italiano.
 
==''De Luca e Tondelli falsi miti d' impegno'', da ''Corriere della Sera'', 21 settembre 2005==
*Con l' ultimo [[Italo Calvino|Calvino]] e con i romanzi di [[Umberto Eco|Eco]], con il mito di [[Jorge Luis Borges|Borges]] e la conseguente convinzione che tutto era stato scritto, la letteratura italiana era arrivata a una fase terminale.
*Credo che la critica si giochi in una dimensione solitaria, oggi più che in passato. Il [[critico]] ha bisogno di amici, non di complici come è accaduto con i giochi di squadra della stagione ermetica.
*Il critico può essere un compagno di viaggio per certi scrittori, ma poi ha un mondo ideologico suo e una forza di scrittura propria: non amo i critici-scrittori alla [[Gabriele D'Annunzio|d'Annunzio]], alla [[Oscar Wilde|Wilde]] o alla [[Pietro Citati|Citati]], in cui l'artefice è "additus" allo scrittore.
*Nell' esperienza reale, secondo me, il lettore in un libro cerca il geroglifico del proprio destino, una verità sul mondo. Ciò non significa ignorare le novità teoriche: [[Antonio Giuseppe Borgese|Borgese]], come [[Massimo Baldacci|Baldacci]], erano critici molto aggiornati, ma in loro non si avvertono le cellule cerebrali al lavoro. Non hanno il demone della teoria, che in molti esclude il giudizio di valore. Che resta un dovere del critico.
*[[Claudio Piersanti|Piersanti]] è dentro una tradizione profondamente italiana, molto elegante, di ascendenza bilenchiana, che mette insieme una forte essenzialità con le grandi metafore che ci restituiscono il simulacro della vita. Insomma, il non vitalista Piersanti batte nettamente il vitalista estetizzante [[Erri De Luca|De Luca]].
*[[Edoardo Sanguineti|Sanguineti]] ha il merito di aver realizzato un' operazione linguistica molto complessa, nella tradizione comica dantesca. Certo, mi fa piacere che si dichiari un materialista, ma il suo marxismo incrollabile mi lascia sconcertato
*Uno scrittore nettamente sopravvalutato è [[Erri De Luca]], dove c' è una specie di neodannunzianesimo proletario, che mi fa venire in mente la battuta con cui mi pare Fortini bollò, ingiustamente, la prosa di Longhi: dente cariato sotto placca d' oro. Si tratta di una scrittura rarefatta, concentrata, di una sapienzialità e ieraticità che dissimula appena la sua radice piccolo borghese. È un fenomeno interessante a livello di sociologia della letteratura, perché i libri di [[Erri De Luca|De Luca]], che coniugano il sublime con il comunismo o il postcomunismo, forniscono facilmente ai fans la patente di anima bella e politicamente corretta. Il metro dell' ideologia, se vale per smascherare i cattivi scrittori, non aiuta a trovare i veri.
 
==[[Incipit]] di ''Sensi vietati''==