Elio Vittorini: differenze tra le versioni

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*Il vento, gli odori. No. Una canzone lontana. Oppure il mio passo sul selciato. Nel buio io non so. Ma so che sono tornato a casa. (da ''Ritorno'', in ''Lunario siciliano'', luglio 1929)
*Io penso che sia molta umiltà essere scrittore. Lo vedo come fu in mio padre, ch'era maniscalco e scriveva tragedie, e non considerava il suo scrivere tragedie di più del suo ferrare cavalli. (da ''Diario in pubblico'')
*Come cultura, [[Gesù Cristo]] è non meno importante di ciò che è come fede o vita dei fedeli. Nulla di quanto gli uomini hanno detto di nuovo o concreto o anche solo di utile, dopo di lui, è stato detto in contrasto con lui. (da Il Politecnico 1946, citato anche in Vittorio Messori, [[Ipotesi su Gesù]], collana Sestante, Società Editrice Internazionale, 2001 ISBN 880505867X, pag. 92).
*L'ultimo gesto di [[Socrate]] [...] è il gesto essenziale dell'[[uomo]], in [[Ernest Hemingway|Hemingway]]; e non di auto-distruzione, ma di adempimento: gratitudine estrema, in amaro e noia, verso la vita. (da ''Diario in pubblico'', Bompiani)
*La nostra [[paura]] del peggio è più forte del nostro desiderio del meglio. (da ''Le due tensioni'', a cura di Dante Isella, Il saggiatore)