Massimo Luigi Salvadori: differenze tra le versioni

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* Vi è oggi da domandarsi se nei sistemi che continuiamo a chiamare democratici non siano intervenuti mutamenti tali da richiedere l'elaborazione di nuove categorie atte a definirli. A tal fine occorre fare riferimento a tre tipi di sistemi [...] Il primo è il sistema liberale in senso proprio, che [...] è stato contraddistinto da un suffragio fortemente ristretto e dal fatto che le istituzioni parlamentari poggiavano su partiti di notabili i quali si attivavano soprattutto in occasione delle tornate elettorali. Il secondo è il sistema liberaldemocratico basato su un suffragio notevolmente allargato o universale, sulla competizione tra partiti [...] a carattere di massa, divenuti i principali artefici tanto della formazione e dell'orientamento dell'opinione pubblica quanto dell'azione politica e dei processi parlamentari. Il terzo è il sistema liberaldemocratico di ultima evoluzione [...] nel quale i partiti restano sì i principali soggetti della competizione elettorale [...] ma la loro struttura risulta profondamente mutata, insieme con le tecniche attinenti all'organizzazione del rapporto con le rispettive basi di massa e alla formazione dell'opinione politica. (cap. IV, ''Le applicazioni del principio rappresentativo'', pag. 20-21)
 
* ...nel secondo sistema liberaldemocratico, che pure viene presentato come il pieno compimento della democrazia liberale, i presupposti della democrazia liberale hanno in realtà subìto e continuano a subire un'alterazione sempre maggiore, al punto da risultare oggi, più ancora che profondamente erosi, per aspetti sostanziali rovesciati [...] il processo di [[globalizzazione]] ha ridotto drasticamente la capacità degli Stati di mantenere sotto il proprio controllo l'organizzazione, la dislocazione e la distribuzione delle forze produttive; ha concentrato contemporaneamente enormi poteri nelle mani di ristrette oligarchie industriali e finanziarie internazionali, le quali hanno preso ad agire senza sottostare al potere sovrano di alcun parlamento e corpo elettorale e senza disporre di alcuna legittimazione democratica, e a dotarsi di possenti mezzi di informazione al fine di orientare l'opinione pubblica a favore dei loro interessi (cap. XI, ''Il secondo sistema liberaldemocratico'', pag. 56)
 
* {{NDR|Oggi}} sono entrati in uno stato agonico i grandi partiti organizzati, con i loro distinti bacini sociali, portatori di determinati interessi e di specifiche ideologie; [...] è venuta meno l'«economia nazionale», soppiantata da un sistema di economia globale dominata da ristrette oligarchie di finanzieri, investitori e industriali le cui decisioni non solo si sottraggono largamente al potere sovrano degli Stati, ma spesso letteralmente vengono imposte agli Stati; [...] la formazione dell'opinione pubblica [...] è sempre meno espressione dell'influenza dei partiti politici, degli intellettuali e di quella che veniva chiamata la libera stampa. Nell'era della rivoluzione informatica essa è per contro sempre più largamente un prodotto pianificato e confezionato con le tecniche della pubblicità commerciale e controllato dai ''tycoons'' dell'informazione di massa (cap. XI, ''Il secondo sistema liberaldemocratico'', pag. 60-61)