John Keats: differenze tra le versioni
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*Il genio della persona qui lamentata e alla cui memoria ho dedicato questi innumerevoli versi {{NDR|''Adonais''}} era non meno delicato e fragile di quanto fosse bello [...]. La furiosa critica al suo ''Endimione'', apparsa sulla «Quarterly Review», produsse sulla sua mente suscettibile il più violento effetto; l'agitazione così originata si concluse con la rottura di un vaso sanguigno nei polmoni, e ne seguì una rapida consunzione. ([[Percy Bysshe Shelley]])
*Questo tipo di scrittura {{NDR|''Endimione''}} è una specie di masturbazione mentale. Sono sempre in guerra con Shelley, quel serpente, a proposito di Keats: non capisco cosa ci trovi in quell'idolo dei ''cockney'' per farne un dio. Sono sicuro che un giorno anche Shelley tornerà, come me, ad ammirare [[Pope]]. Sono convinto che ''Il ricciolo rapito'' valga cinquanta ''Endimioni''. ([[George Gordon Byron|Lord Byron]])
*{{NDR|Byron al suo editore, Murray}} Come Lei saprà, Shelley ha scritto un'elegia su Keats accusando la «Quarterly Review» di averlo ucciso. [...] Lei sa benissimo che io non ho mai approvato la poesia di Keats, i suoi principi di poetica e il suo abuso di Pope, ma, poiché è morto, per favore cancellate ogni riferimento a lui dalle mie pubblicazioni. Il suo ''Iperione'' è un bel monumento e contribuirà a renderlo famoso nel tempo. Non invidio l'autore dell'attacco a Keats sulla «Quarterly». [...] Comunque, uno che muore per l'articolo di una rivista sarebbe morto per qualcosa di altrettanto futile. ([[George Gordon Byron|Lord Byron]], lettera del 31 luglio 1821)
*''John Keats fu assassinato da una critica | quando cominciava a promettere qualcosa di grande, | anche se poco comprensibile; non conosceva il greco | ma riuscì lo stesso di recente a far parlare gli antichi dèi, | come immaginava che loro parlassero. | Poveraccio! Che destino sfortunato il suo! | «È strano come una mente, quella tanto fiera particella, possa essere spenta da un articolo di rivista»'' ([[George Gordon Byron|Lord Byron]], ''Don Juan'', Canto XI, stanza 60)
*{{NDR|Leigh Hunt a Joseph Severn}} Dì a Keats - dì a quel grande poeta e all'uomo dal nobile cuore - che la sua memoria rimarrà sempre nella parte più preziosa del nostro cuore e che il mondo intero si inchinerà di fronte al suo Genio, come facciamo noi ora. Dì a Keats che non cesseremo mai di ricordarlo e di amarlo. Dì a Keats che ci ha soltanto preceduti sulla strada dell'immortalità, come in qualunque altra cosa che lui abbia fatto. ([[Leigh Hunt]], lettera dell'8 marzo 1821)
*Talvolta appaiono sulla terra degli esseri che riflettono nella loro esistenza una luce più che umana. Ma per appartenere a questa ristrettissima élite il genio non basta: né [[Shakespeare]], né [[Dante]], né [[Michelangelo]], né [[Charles Baudelaire|Baudelaire]] sono degli "angeli". Sono forse degli Dei, angeli non sono. Bisogna, per essere annoverati fra gli angeli, morire molto giovani, o giovanissimi cessare qualunque attività artistica; bisogna, va da sé, che questa attività sia di valore supremo; bisogna insomma che la loro apparizione sia fulgida e brevissima, così da dare a noi grigi mortali la sensazione di un visitatore superumano che durante un istante ci abbia guardato, e sia dopo ritornato ai suoi cieli, lasciandoci doni di qualità divina e anche un amaro rimpianto per la fugacità della sua apparizione. Fra gli "angeli" io ritrovo [[Raffaello Sanzio|Raffaello]] e [[Masaccio]], [[Mozart]] e [[Friedrich Hölderlin|Hölderlin]], [[Arthur Rimbaud|Rimbaud]] e [[Maurice de Guérin]], [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], [[Christopher Marlowe|Marlowe]] e Keats. [...] In questa lista, splendente di gioia e, per noi, di lacrime, il posto supremo spetta a John Keats. Di tutti egli è il solo assolutamente puro. So bene che non è colpa loro, ma qualche macchia di fango imbratta le ali di Marlowe e di Shelley; Rimbaud è indubbiamente un angelo, ma, come Marlowe, non sa bene se venisse da su o da giù; la lussuria di Raffaello, la follia di Hölderlin, l'iracondia di Masaccio, la moglie di Mozart sono delle lievi mende sul candore delle loro vesti. Angelo di prima classe, arcangelo, serafino, cherubino, angelo a tutto tondo, angelo a cento carati, angelo con le ali di prima scelta garantite contro le tarme non vi è che John Keats. ([[Giuseppe Tomasi di Lampedusa]])
*Nella stanza in cui era morto Keats, Pietro rimase bloccato dalla propria ignoranza nei confronti del poeta e quindi di ciò che desiderava fotografare. La [[casa]] imbiancata a calce di Hampstead era stata un soggetto abbastanza facile, ma questa era diversa. Nell'aria aleggiava un che di minaccioso, la sensazione lasciata dalla presenza di un [[uomo]] che si era proposto di arrestare il [[tempo]] in un momento particolare, e ci era riuscito in un modo imprevisto, con la [[morte]]. ([[Sebastian Faulks]])
*Quando lasciò l'[[Inghilterra]] per morire, nel 1819, Keats non aveva la [[forza]] di scrivere. Riuscì comunque a rivedere una [[poesia]], mentre giaceva nella cuccetta della nave che lo portava a sud. Era un sonetto che cominciava con le [[Parola|parole]] ''Bright star, would I were stedfast as thou art'': "O stella ardente, foss'io costante come tu sei". La lirica, l'ultima da lui completata, non indugia sulla malinconia dell'esilio, anche se racchiude una visione distaccata del [[mondo]], osservato dall'alto, dal punto di vista di una [[stella]]. ([[Sebastian Faulks]])
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*John Keats, ''Poesie'', con saggio di Jorge Louis Borges, a cura di Silvano Sabbadini, Oscar Classici, Mondadori, Milano, 2006. ISBN 88-04-53314-5
*John Keats, ''Il sogno di Adamo. Lettere scelte 1817-1820'', a cura di Anna Foch, Oscar Classici, Mondadori, Milano, 2001. ISBN 88-04-49109-4
*Elido Fazi, ''L'amore della luna'', Fazi Editori, Roma, 2005. ISBN 88-81-12654-0
== Voci correlate ==
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