John Keats: differenze tra le versioni

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*Non sopportiamo la poesia che ha un disegno chiaro per noi [...] La poesia dovrebbe essere grande ma discreta; qualcosa che ti penetra dentro senza farti trasalire, senza colpirti in sé stessa, ma col suo messaggio. Come sono belli i fiori nascosti! Come se ne sciuperebbe la bellezza se si spingessero dalla strada gridando: "Ammiratemi: sono una violetta! Adoratemi: sono una primula!". (da ''Lettera a [[John Hamilton Reynolds]]'', 3 febbraio 1818)
*Se la [[poesia]] non viene naturalmente come le foglie vengono ad un albero, è meglio che non venga per niente. (da ''Lettera a [[John Taylor]]'', 27 febbraio 1818)
*Non ho il più piccolo senso di umiltà verso il pubblico - o verso chiunque altro - eccetto l'essere eterno, il principio della bellezza - e la memoria dei grandi uomini. (da ''Lettera a [[John Hamilton Reynolds]]'', 9 aprile 1818)
*Non ho mai temuto l'insuccesso: infatti, addirittura lo preferirei, piuttosto che non essere fra i più grandi. (da ''Letterea a James Augustus Hessey'', 8 ottobre 1818)
*Il poeta è la meno poetica delle creature: non ha identità - ma di continuo foggia e riempie qualtro altro corpo. [...] Quando sono in una stanza fra la gente, se per caso non sono assorto nei miei più intimi pensieri, allora non riesco a essere più me stesso, ma la personalità di ciascuno dei presenti comincia a soffocarmi fino addirittura ad annientarmi. E non solo fra gli uomini, sarebbe lo stesso in un asilo. (da ''Lettera a [[Richard Woodhouse]]'', 27 ottobre 1818)
*Ammiro la natura umana, ma non mi piacciono gli ''uomini'': mi piacerebbe comporre qualcosa che faccia onore all'uomo, ma che gli ''uomini'' non possano toccare. (da ''Lettera a [[Benjamin Robert Haydon]]'', 22 dicembre 1818)
*Non potrebbero esserci degli esseri superiori che godono degli stati d'animo della mia mente, belli anche se istintivi, nello stesso modo in cui io sono attratto dalla vivacità di un ermellino o dall'agitazione di un cervo? Anche se una lite per strada è qualcosa di decisamente deprecabile, le energie che si sprigionano sono belle: persino l'uomo più insignificante diventa in qualche modo attraente quando litiga. Per un essere superiore i nostri pensieri possono tutti prendere lo stesso tono: anche se sbagliati, possono essere belli. (da ''Lettera a George e Georgiana Keats'', 18 febbraio 1819)
*Niente può mai diventare reale, senza essere vagliato dall'esperienza. Persino un [[proverbio]]: che proverbio è, prima che la vita te l'abbia mostrato? (da ''Lettera a George e Georgiana Keats'', 18 febbraio 1819)
 
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*La mia [[Immaginazione|immaginazione]] è un monastero e io sono un monaco.
*Preferirei morire che non essere tra i grandi.
*Un [[proverbio]] per te non sarà mai tale finché la vita non te lo avrà illustrato.
 
==Citazioni su John Keats==