Federico De Roberto: differenze tra le versioni

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*Perché si dice che i più violenti rivoluzionarii diventano i più rigidi [[Tiranno|tiranni]]? Tra un rivoluzionario e un autoritario che sembrano due uomini assolutamente diversi, incapaci di poter intendersi mai, la differenza non dev'esser poi molto grande, se l'uno è capace di mutarsi nell'altro e l'altro nell'uno. La convenienza, l'utilità, il tornaconto, può suggerire a ciascuno una certa professione di fede, interessata, e perciò soggetta ad esser disdetta col venire meno del vantaggio, ma chi potrà vantarsi d'esser del tutto disinteressato? Muta la qualità dell'interesse: interesse materiale o morale, diretto o indiretto, presente o futuro, reale o immaginario; ma sempre, tra tutte le opinioni che cozzano dentro di noi e che riconosciamo tutte vere, noi ne esprimiamo qualcuna per uno speciale motivo...
*Predicare agli uomini la [[morte]], con le parole o con l'esempio è stato e sarà sempre invano. Si può riconoscere il male, ma esso è tale e tanto, che non si lascia vincere. I saggi indiani hanno predicato l'astinenza e decantato il Nirvana: a che pro? Il più coraggioso rivelatore del dolore e del male ha concepito il suicidio della Terra; con quale effetto? Dove sono le opere, le azioni, i tentativi, un principio di esecuzione?
* Secondo [[Herbert Spencer|Spencer]], le parole sono come i gettoni: il valore di questi e il significato di quelle dipendono dalla generale convenzione.
*Se la [[morte]] è il fine necessario della vita, tutta la [[saggezza]] consiste nell'affrettarne il conseguimento.
*Se [[Massimo D'Azeglio|Massimo Taparelli D'Azeglio]], dopo aver tanto gridato: ''Fuori lo straniero'', fu preso dal dubbio d'esser egli straniero, il principe di Francalanza era esente da simile scrupolo.
*«Signore e signori, c'era una volta un critico il quale, affermando con straordinario calore la superiorità della Gerusalemme liberata di [[Torquato Tasso]] sull'Orlando furioso di [[Ludovico Ariosto|Lodovico Ariosto]], attaccò molte liti con le persone che non la pensavano come lui, e sostenne perciò uno dopo l'altro non meno di quattordici fortunati duelli; ma al quindicesimo, cadde finalmente col petto trapassato dalla lama nemica. Allora i padrini che afflittissimi lo sorreggevano e aspettavano di raccogliere le sue ultime volontà, lo udirono uscire in questa confessione suprema: "E dire che io non ho ancora letto né l'Orlando furioso né la Gerusalemme liberata!...".»