Johann Gottlieb Fichte: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Freddy84 (discussione | contributi)
m Automa: Correzione automatica trattini in lineette.
Riga 32:
*L'Io puro si lascia rappresentare solo in negativo, come l'opposto del Non-Io che ha come carattere distintivo la molteplicità. Perciò l'Io puro viene inteso come una completa ed assoluta identità con se stesso, esso è sempre Uno e Identico e mai un'altra cosa. (p. 12)
*L'Io puro non può mai trovarsi in contraddizione con se stesso, giacché al suo interno non può esservi molteplicità, ed esso è sempre Uno e Identico. Ma l'Io empirico, determinabile e determinato per mezzo delle cose a lui esterne, può contraddirsi. (p. 13)
*All'Io empirico deve venir data una disposizione come se questa potesse valere in eterno. Potrei dunque - e vi accenno solo di sfuggita e con scopi asplicativi - esprimere il principio fondamentale della morale con la formula seguente: Agisci in modo da poter concepire la massima della tua volontà come una legge per te eterna. (p. 13)
*Il fine ultimo e sommo dell'uomo è la perfetta corrispondenza con se stesso e - affinchè egli possa corrispondere a se stesso - la corrispondenza di tutte le cose a lui esterne con i concetti necessari e pratici di esse che egli porta in sé (ossia i concetti che determinano come le cose ''dovrebbero'' essere). (p. 16)
*Non è vero che ''ciò che ci rende [[Felicità|felici]] è buono''; al contrario: ''solo ciò che è buono ci rende felici''. (p. 17)
*Lo scopo finale dell'uomo è di sottomettere a sé tutto ciò che è privo di ragione e di padroneggiarlo liberamente secondo la propria legge. Questo scopo finale è completamente irrangiungibile e deve restare eternamente irrangiungibile, altrimenti l'uomo cesserebbe di essere un uomo e diverrebbe un Dio. (p. 17)