Ambrogio Bazzero: differenze tra le versioni

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Incipit: Lagrime e sorrisi, ''Schizzi dal mare''
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L'anno scorso, nel mio compleanno, scrivevo dei pensieri che erano l'espressione dell'anima mia, e li dedicavo a mia sorella: quest'anno ancora voglio scrivere dei pensieri e li dedico al deserto. Deserto: ecco l'espressione dell'anima mia! Che cosa scrivo?... Si possono tradurre a parola le convulsioni dell'anima, le contorsioni di mano, gli stringigola, i groppi, le memorie fallite e le speranze fallite? Posso scrivere lo stato dell'anima mia?... Eppure voglio sfogarmi: voglio lasciare un foglietto che attesti questo tristissimo compleanno. Lo leggerò io? quando? come? Lo leggeranno gli altri? quando? Quando io sarò morto, quando frugando entro le mie carte, i miei parenti diranno: - Aveva un po' del matto! - e mi compiangeranno. Lo leggerò io? Non so perché, ma fra l'immenso buio che mi ottenebra la vita, un po' di lume cade su quella scena ineffabile che ho sognato mille volte: - cioè: - una donna, la mia donna, spierà me che apro il cofanetto di ferro.... Apro e tolgo anche questo foglio. Lo leggiamo insieme.
===Citazioni===
===''Anima''===
*A sera tarda mi trovai cogli artisti che festeggiavano il [[Francesco Paolo Michetti|Michetti]]. Figlio di pastori a 25 anni è già celebre in Italia e in Francia, e guadagna quello che vuole. Come vorrei essere in lui! avere tanto nome e tanto merito e dire: ''Per una fanciulla!'' festeggiato, amato, ammirato e dire: ''Col pensiero di una fanciulla!'' Che superba compiacenza!
*Ah se potessi condannarti all'[[oblio]]! ''Ti amai'', Ti amai, versai, nelle lettere che ti scrissi, l'''anima'' mia, ti dissi il mio tormento, rinunciai alle prepotenti gioie che mi provocano a' miei anni, studiai, mi dedicai ai poveri, e al mio paese... E Tu? Come mi rispondesti? ''Tu chi ami''?
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*Un [[giornale]], la ''Lombardia'', parlando delle cose politiche, mi insulta. Che m'importa? -
*Vorrei andare a Limbiate al vecchio cimitero. La [[morte]] mi consola sempre. Credo in Dio e sento la sua pace.
===''Schizzi dal mare''===
 
==''Schizzi dal mare''==
===[[Incipit]]===
Prima di chiacchierare un pochino e di aprire un foglio solo del mio gramissimo albo, devo dirvi, o amici miei, che ai tanti di luglio dell'anno di grazia 187..., in una caldissima ora di mezzogiorno, io mi trovavo in un vagone di seconda classe: e devo dire che il conduttore aveva spalancato lo sportello, gridando: - Serravalle! - Viaggiavo da modesto baccelliere: avevo lasciato Milano e correvo inverso Genova. Da Genova, alla ventura, dovevo partire per qualche paese della riviera.
===Citazioni===
*Andiamo al Campo Pisano: ivi i tredicimila prigionieri fatti alla Meloria cainesca e le larve disperatissime dei tremila uccisi fecero ringhiare il proverbio tremendo: - ''Chi vuol veder Pisa vada a Genova''.
*Che cosa è la [[donna]]?... La donna ideale pel giovinetto è un flacon d'odore: purissimo cristallo, essenza inebbriante. Chi lo guarda, lo porge in alto e lo adora sul fondo di cielo sereno.
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*[[Deserto]] solo vi è dove vi è la noia della vita.
*Il [[mare]]!... È bello: ma a lui tendo le braccia invano. È infinito: là, là, sempre là, là, non c'è l'amore, ma la schiuma e l'amarezza: in fondo? giù? Mostri, schifosi polipi, ossame e putridume... O marinara brunazza, lasciami giù vedere la medaglietta che hai in seno. Ami tu le [[Stella|stelle]]? Nessun poeta ha potuto infilzarle per farne una collana. Ami tu l'[[Alba|alba]]? ami le tinte azzurrine-perla? Non reggono alla lascivia.
*- L'amavi?<br/>- Era la mia vita.<br/>- Come aveva nome?<br/>- [[Illusione]].
*La [[Donna|fanciulla]] del mattino fu un sogno, quella del mezzogiorno un delirio. A sera ho desiderato di morire: a notte?
*Le montagne parate a vigne, sparse di ville, colorite gaiamente da giardini, si stringono a sfondo voluttuoso intorno a te, voluttuosissima [[Pegli]], l'accarezzata dal tepido flotto; e le indecise linee degli ultimi promontori sfumano dietro le nebbie perlacee che fasciano la marina di sopori innamorati....
*La processione senza croce, ma coi moccoli! Bisogna dirlo, pel mulo, è regola [[Genova|genovese]], un santo tirato giù di paradiso è un pungolo alla groppa.
*{{NDR|Stelle cadenti}} Le [[Stella|stelle]] più poetiche delle notti estive, le stelle inseguentisi con velocissime curve, le soavi luci cangianti che scorrono al bacio d'argento del mare! E il mare rispondendo al cielo sussulta, e dove le crespe sue accarezzano i fiori, fiori della spiaggia, fiori delle profondità, ogni ondeggiamento porta un gorgoglio - Amore! - ed ogni gorgoglio una spruzzata di perle....
*[[Mare]] e [[cielo]]! Vorrei correrli tutti! Essere un'onda spinta e risospinta, per vagare e vagare, per mutarmi in un fiocco di spuma al collo di un'ondina, e formare una collana di perle: essere un millimetro cubo di gas, per vagare e vagare, e correre ad accendermi vicino alle stelle d'Iddio.... Pavoneggiarmi un minuto, esser bello, adorare il Paganesimo, adorare il nostro Ieova, aver veduto il mare, il cielo.... ma finire! O Natura, per carità, lasciami finire!
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*Vi dirò, che una fanciulla bionda, la mia fanciulla che mi cantava le poesie d'Iddio e dell'amore, mi ha fatto piangere e mi ha ammalato a letto. Mi offriva vaniglie, viole del pensiero, versi francesi e sorrisi di santa Cecilia, l'organista.
*Voglio conoscere la potenza di [[Genova]]? Vado a gustare la grandiosa poesia del suo Porto.
===''Lagrime e sorrisi''===
 
*Ama chi [[Pianto|piange]]. Ricordati che le lagrime sono il battesimo della virtù.
==Lagrime e sorrisi==
*Ama la [[carità]], e pensa che la minima è quella che si fa a denaro. Ama la carità, e pensa che
===[[Incipit]]===
più è quello che ricevi, che quello che dai.
Meditai, cercando la solitudine, e scrissi, appoggiandomi al muro di un cimitero. Guardando il cielo fra i neri boschi e sorridendo nell'azzurro alle larve della fantasia, io credetti d'aver pensato a qualcosa: contemplando le croci del tristissimo campo, m'accorsi che i miei pensieri furono deliri di mente malata. Tutto finisce! E che resterà di queste pagine?
*Ama la [[croce]]. L'avesti a capo della tua culla, l'avrai sulla tua fossa.
===Citazioni===
*Ama la [[musica]]. Credila il preludio di quel giorno eterno di cui il sole sia l'amore.
*Ama la poesia. Essa dà l'ali al cuore.
*Ama la [[musica]]. Essa, come la religione di Gesù, affratella i felici e gl'infelici, i grandi e i piccoli, i belli o i brutti.
*Ama la [[poesia]]. Essa dà l'ali al cuore.
*Amare è [[sperare]]: sperare è vivere oltre tomba.
*Carità somma è nella musica. È raggio di sole, è bacio di luna nell'anima del cieco.
*Cerca la solitudine: in essa troverai te stessa, e alla natura leverai l'immenso inno dell'amore.
*Che cosa è un libro di [[filosofia]]? Troppe volte è l'abito di lusso che copre la povertà del cuore.
*Che cosa sono i [[Ricordo|ricordi]]? Troppe volte la tisi dell'anima.
*Che è la vita senza [[speranza]]? Una gittata di dadi fra le tenebre, fra i deliri.
*E se la vita è una [[Commedia|comedia]], perchè non a tutti gli attori fu data la maschera?
*Educa bene la [[mente]]. Se avrai figli, un giorno non ti chiederanno solo il pane del corpo.
*Finchè avrai lagrime per la [[musica]], avrai religione pel dolore.
*Gli [[Occhio|occhi]] stanchi di pianto sono i più degni di riposarsi nella contemplazione del cielo.
*Ho letto i libri dei [[Filosofia|filosofi]] ed ho riso: ho baciato la madre ed ho sorriso.
*L'[[anima]] nostra è tale che a volte sia piccina a contenere una goccia di rugiada, a volte sia troppo vasta per contenere i mari.
*L'[[anima]] precorre tempo e spazio, e non è come l'occhio, che crede cominci il cielo dove comincia l'orizzonte.
*L'arte è la promessa del Sommo Perfetto.
*La mamma ti diede una [[religione]] col battesimo dell'acqua: rendila tutta tua col battesimo delle lagrime.
*La [[mente]] cerca senza trovare nei labirinti della filosofia: il [[cuore]] trova senza cercare nel giardino della giovinezza.
*La [[musica]] è l'arte gentile, la primigenia figlia del cuore umano, nata col primo amore, col primo dolore.
*La [[tomba]] è un leggìo sul quale la eguaglianza depone il volume chiuso d'ogni mortale, co' suoi fogli bianchi e neri: la verità rompe i suggelli e spalanca ai vivi le pagine un dì più nascoste.
*Le gioie intime che ti dà la [[religione]] saranno tanto più sante per te, quanto più cercate nella solitudine.
*Natura crea il nostro corpo: l'arte il nostro spirito.
*Non era santa: era [[Amore|innamorata]].
*Opera la [[carità]] col cuore, che è carità indefinita, non colla mano, che è misurata.
*Passa la [[bellezza]], come profumo all'aria, e il suo ricordo sarà un rimpianto. Dura invece la bontà, come l'incenso nel chiuso tabernacolo, la carità fatta non invecchia mai, ed è sempre sorella alla carità da farsi.
*Per un [[fiore]] appassito nel libro dei ricordi rugiada è una lagrima di dolore.
*[[Pianto|Piangere]] a un'armonia, è sorridere agli angioli.
*Sai tu che cosa sia la melanconia? Molte volte il fondersi di due crepuscoli, quello dell'amore con quello del dolore.
*Sai tu che sia il dolore? Troppe volte è l'ultima parola vuota di un verso vuotissimo per far rima con amore.
*Sai tu che voglia dire la parola ''per sempre''? Nella vita vuol dire promettere ciò che non è in noi: in morte, ciò che speriamo nell'ultima illusione.
*Se saprai amare, saprai [[Preghiera|pregare]].
*Se saprai tacere, saprai parlare. Il [[silenzio]] del savio è un gran libro chiuso.
*Se tu, ogni sera, annotassi le impressioni avute nella giornata, avresti un dì un libro di [[Preghiera|preghiere]].
*Sedesti sulla riva di un melanconico fiume, a sera, solitaria co' tuoi pensieri? Che ti dissero l'acque che passavano e passavano, l'acque che passeranno e passeranno?... O Dio! l'infinito è la desolazione!
*Una [[Lacrima|lagrima]] ad una lagrima. Le due amarezze si fondono in una ineffabile dolcezza.
*Una parola di [[carità]] sulla bocca di uno scettico è come un fiore tra le mascelle di un cranio.
*Vedesti il mare, o esule? Vedesti il lavoro eterno ed alterno dell'onda coll'onda? Così è dell'[[uomo]]: è perseguito dall'infinito, è sbattuto all'infinito. Oh fortunato se sopra il suo capo vede brillare una stella!
===''Corrispondenze''===
 
*È vero che [[peccato]] confessato è mezzo perdonato: ma a me non so punto perdonare, ed ho tanta severità da impormi una riparazione. Se non avrò un ricordo colla data di tempo, almeno lo voglio con quella di luogo.
*In vita si promette ciò che non è in noi; in morte, ciò che speriamo nell'ultima illusione.
*Se tra i miei lettori c'è qualche [[Varese|Varesino]], mi congratulo con lui ch'è nato fra quei colli e quei monti avvolti da quell'aria che fa guadagnare gli ostieri e scapitare l'amor platonico: se c'è qualche Varesina le dirò che ho veduto dei porticati, dei poggioli antichi, delle vie pittoresche, de' bei quadri presso il proposto.... Che cosa importa a lei? Ho ammirato una villa bianca avvistatissima senza una mosca, e un giardino su un colle, e un sentiero che si curvava fra un roseto, un pratello in toletta, e montava e montava.... C'era posto per due, per tre no.<br/> O Varesina, al sommo di quel colle, quando il sentiero t'avrà fatta arrossire, mi dirai come ti chiami....
*Vorrei stancarmi nel contemplare e nel pensare: vorrei chiudere gli occhi a poco a poco, e aprire l'anima ai sogni e sentire una musica che blandisce, ed odorare un profumo. Strana cosa è il [[Sonno|sonno]]!... Sento una calma, un riposo, una vicina oscurità. Non è poi strana cosa la morte!..
==Citazioni su Ambrogio Bazzero==
*Anch'egli amò la sua donna, ma noi come tutti gli altri. Amò troppo castamente, e sacrificò all'ideale più che non sia permesso alla debole natura umana. Fenomeno strano è questo che in un tempo, in cui dal languido romanticismo l'arte e con essa il sentire si avviavano verso il godimento pagano del realismo, strano fenomeno veramente è il vedere questo solitario rifugiarsi nel deserto, con un'immagine sola soavissima nel cuore, meno donna alla fine che luminosa e innocente visione, ch'egli adorò estatico come quel d'Assisi adorò la Vergine sua. ([[Emilio De Marchi]])
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==Bibliografia==
*Ambrogio Bazzero, ''Storia di un'anima'', introduzione di [[Emilio De Marchi]], Fratelli Treves Editori, Milano, 1885.
*Ambrogio Bazzero, ''Schizzi dal mare'', introduzione di [[Emilio De Marchi]], Fratelli Treves Editori, Milano, 1885.
[[Categoria:Scrittori italiani|Bazzero, Ambrogio]]