Stanisław Ignacy Witkiewicz: differenze tra le versioni
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[[Immagine:Stanisław Ignacy Witkiewicz.jpg|thumb|Ritratto di Stanisław Ignacy Witkiewicz (Witkacy)]]
'''Stanisław Ignacy Witkiewicz''' (1885 - 1939) pittore, poeta, drammaturgo e romanziere polacco
*Voglio essere [[solo]]. Non desidero diventare membro di nessuna [[società]], di nessuna banda di malfattori, non voglio neanche essere un [[artista]], come ho voluto per tutta la mia miserabile vita. Voglio restare solo. Ecco tutto. (Da ''Loro'', 1920)
* Il nostro [[orizzonte]] letterario è sovrastato dalla cialtroneria e dai bassi istinti adulatori verso la Megera-[[pubblico]], viziata da incessanti carezze (Lettera a [[Bruno Shulz]], 1935)
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Genezyp Kapen non tollerava freni di nessun genere. Questa insofferenza si era manifestata prepotente in lui fin dalla più tenera infanzia. (Ciononostante, chissà per quale miracolo, per otto anni era riuscito a sopportare il tirocinio del suo dispotico padre. Ma questo era un po' come la carica di una molla: lui sapeva benissimo che prima o poi la molla sarebbe scattata e questa consapevolezza lo aiutava a tirare avanti). Appena quattrenne (già allora!), durante le passeggiate estive implorava la madre e la governante che gli permettessero almeno di fare una carezza al cagnaccio bastardo alla catena che si avventava minaccioso, o di dar qualcosa da mangiare al cucciolo che uggiolava timido sulla soglia del canile; almeno accarezzarli e nutrirli, visto che a scioglierli e metterli in libertà non c'era neanche da pensarci.
▲Genezyp Kapen non tollerava freni di nessun genere. Questa insofferenza si era manifestata prepotente in lui fin dalla più tenera infanzia. (Ciononostante, chissà per quale miracolo, per otto anni era riuscito a sopportare il tirocinio del suo dispotico padre. Ma questo era un po' come la carica di una molla: lui sapeva benissimo che prima o poi la molla sarebbe scattata e questa consapevolezza lo aiutava a tirare avanti). Appena quattrenne (già allora!), durante le passeggiate estive implorava la madre e la governante che gli permettessero almeno di fare una carezza al cagnaccio bastardo alla catena che si avventava minaccioso, o di dar qualcosa da mangiare al cucciolo che uggiolava timido sulla soglia del canile; almeno accarezzarli e nutrirli, visto che a scioglierli e metterli in libertà non c'era neanche da pensarci.<br />
==Bibliografia==
*Stanisław Ignacy Witkiewicz, ''Insaziabilità'', traduzione di Giovanna Brogi, Pietro Marchesano, Giovanni Pampiglione, Vera Petrelli, Barbara Wojciechowska, Grandi Libri Garzanti, 1973-1978
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