Johann Gottlieb Fichte: differenze tra le versioni

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*È stata la lettura delle sue opere e la costante meditazione sulle sue idee che mi ha suggerito questo sistema. Nonostante gli ostacoli di ogni genere, [[Johann Heinrich Pestalozzi|Pestalozzi]], sorretto da un grande incoercibile sentimento, l'amore per i poveri ed i diseredati, è riuscito a fare una scoperta intellettuale destinata a rivoluzionare il mondo. Egli ha previsto un tipo di istruzione adatto per il popolo; con la forza dell'ingegno e dell'amore, ha creato una vera educazione nazionale capace di risollevare i singoli Stati e tutta l'umanità dalle deplorevoli condizioni in cui sono caduti. (''Discorsi alla nazione tedesca'', IX discorso; citato in [[William Boyd]], Storia dell'educazione occidentale'', traduzione di Trieste Valdi, Armando Armando Editore, 1966)
*Il [[scopo|fine]] supremo ed ultimo della [[società]] è la completa unità e l'intimo consentimento di tutti i suoi membri. (dalle ''Lezioni sulla missione del dotto'', 1794)
*In questo mio Io sensibile c'è [...] una quantità di modificazioni che non sono da ricondurre a quelle forme immodificabili del mio Io puro; modificazioni sulle quali l'immutabile legge morale non stabilisce nulla e la cui determinazione quindi dipende dal mio arbitrio, che è esso stesso mutevole. (''Lo Stato di tutto il popolo'', a cura di [[Nicolao Merker]], Roma 1978)
*La scelta di una [[filosofia]] dipende da quel che si è come [[uomo]], perché un sistema filosofico non è un inerte suppellettile, che si possa prendere o lasciare a piacere, ma è animato dallo spirito dell'[[uomo]] che l'ha. (dalla ''Prima introduzione alla dottrina della scienza'', 1797)
*L'io è finito perché deve essere delimitato, però in questa finitezza è infinito perché il confine può essere spostato sempre più in là, all'infinito. È infinito secondo la sua finitezza e finito secondo la sua infinità. (da ''Fondamento dell'intera dottrina della scienza'', 1794 – GA, I/2 p. 394)