Piero Marrazzo: differenze tra le versioni

giornalista ed ex politico italiano
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Versione delle 16:19, 25 ott 2009

Piero Marrazzo (1958 – vivente), giornalista e politico italiano.

  • Mi vogliono colpire alla vigilia delle elezioni. Sono amareggiato e sconcertato per il tentativo di infangare l'uomo per colpire il Presidente. Quel filmato, se davvero esiste, è un falso. E' stato sventato un tentativo di estorsione basato su una bufala. Non ho mai pagato, nego di aver mai versato soldi. Bisogna vedere se l'assegno che dimostrerebbe il pagamento l'ho firmato io. Occorrerà attendere l'esito delle perizie calligrafiche. (Marrazzo ricattato per un video hard Il Governatore: "E' una bufala. Non mollo", La Repubblica, 23 ottobre 2009)
  • Avevo ancora paura, una paura fottuta. Temevo che una violenta incursione nella mia sfera privata potesse rovinare tutto. Così ho taciuto fino al 21 ottobre, quando sono stato convocato dal giudice. Ho taciuto e ho sbagliato, ho commesso un tremendo errore, dovevo denunciare tutto. Ma mi sono vergognato, si può dire che un presidente della Regione ha provato vergogna? (Ho sbagliato, dovevo denunciare ma l'incursione nella vita è un incubo, La Repubblica, 25 ottobre 2009)
  • Il mio caso è diverso da quello di Berlusconi. Non credo che siano storie parallele. Anche perché hanno due epiloghi completamente differenti. Il senso delle dieci domande di Repubblica al presidente del Consiglio è, credo, questo: o racconta la verità o si dimetta. Io ho raccontato la verità ai giudici e poi mi sono dimesso. Come vede, due storie diverse. (Ho sbagliato, dovevo denunciare ma l'incursione nella vita è un incubo, La Repubblica, 25 ottobre 2009)


Citazioni su Piero Marrazzo

Giuseppe D'Avanzo

  • Quale che sia la natura del ricatto e il volto dei ricattatori, sia l'affare frutto di casualità o di black propaganda, le difficoltà e i doveri pubblici di Piero Marrazzo non mutano. È vero, non ha deciso di mettere in piazza la sua vita privata come ha fatto Berlusconi in maggio, ma - anche se strattonato e forse incastrato - le sue debolezze sono ora lì, nude, sotto gli occhi di tutti e il governatore ha l'obbligo di affrontarle, in pubblico e a viso aperto. Anche per lui, come per il capo del governo, deve valere un codice di trasparenza, l'impegno a dichiararsi, un'assunzione di responsabilità che è piena soltanto se si è in grado di raccontare la verità, anche sulle abitudini private. Se è in grado di farlo, il governatore può rimanere al suo posto. Se non può assumersi la responsabilità della verità, farebbe meglio a dimettersi, e presto. (Il dovere della verità, La Repubblica, 24 ottobre 2009)
  • Quanto è affidabile oggi il governatore? Si può avere fiducia in lui? Marrazzo si protegge da ogni interrogativo agitando le ragioni della privacy. Come se questa formula magica - la mia privacy - potesse evitargli quella che, altrove, chiamano "valutazione di vulnerabilità": quanto le sue decisioni possono essere libere dalle pressioni o dai ricatti ai quali lo espone la sua scapestrata vita privata? Nel pasticcio in cui si è cacciato, il governatore ha solo una strada davanti a sé. Obbligata ed esclusiva: assumersi la responsabilità della verità. Non c'è e non può essercene un'altra, meno che mai il farfuglio di mezze verità e menzogne intere che ieri Marrazzo ha sfoggiato. (Il dovere della verità, La Repubblica, 24 ottobre 2009)



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