Publio Cornelio Tacito: differenze tra le versioni

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:''Auferre trucidare rapere falsis nominibus imperium, atque ubi solitudinem faciunt, pacem appellant.''
:Parafrasata anche con «desertum fecerunt et pacem appellaverunt», cioè «fecero un deserto e la chiamarono pace».<ref>Vedi Wikipedia sulla [[w:Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant|prima]] e sulla [[w:Desertum fecerunt et pacem appellaverunt|seconda]] locuzione. </ref>
*Tutte le cose che ora si credono antichissime furono nuove un tempo.
 
:''Omnia quae nunc vetustissima creduntur, nova fuere'' (da ''Annali'')
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*Nessuno si duole con maggiore ostentazione di chi maggiormente gioisce.
*Noi magnifichiamo le cose antiche e poco ci curiamo delle presenti.
*Più uno Stato è corrotto, più fa leggi.
*Quelli che si lamentano di più sono quelli che soffrono di meno.
*Si apprezza meglio il carattere nobile in quelle epoche in cui può più agevolmente svilupparsi.
 
*Tutte le cose che ora si credono antichissime furono nuove un tempo.
 
==''Annali''==
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===Citazioni===
*I benefici sono graditi finché possono essere ricambiati, quando sono troppo grandi, invece di [[gratitudine]] generano odio (IV, 18)
*[I pompeiani e i nucerini convenuti ai] ludi gladiatori banditi da quel Livineio Regolo, che ho già ricordato espulso dal senato, dapprima si scambiarono ingiurie con l'insolenza propria dei provinciali, poi passarono alle sassate, alla fine ricorsero alle armi, prevalendo i cittadini di [[Pompei]], presso i quali si dava lo spettacolo. Furono perciò riportati a casa molti di quelli [[Nuceria Alfaterna|Nocera]] con il corpo mutilato per ferite, e in quella città parecchi fra i cittadini piansero la morte di figli e di genitori. (''Liber XIV, 17'')
*In una repubblica molto corrotta, moltissime sono le leggi.
:''Corruptissima republica, plurimae leges'' (III, 27)
 
==Note==