Roberto Giovanni Timossi: differenze tra le versioni

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{{intestazione|''Scienza atea, un'illusione'', di Andrea Galli in ''Avvenire'', 29 luglio 2009}}
*La [[scienza]] stessa ha biso­gno, spingendosi in ipotesi non verificabili direttamente, di ' atti di fede'.
*La scien­za ci mostra come non sia il caos a prevalere, come esistano delle leggi, un’intelaiaturaun'intelaiatura del reale. Questo è quello che potremmo chiamare il ' senso'. Il problema su cui devono lavorare invece fi­losofia e teologia, partendo da quanto è mostrato dalla scienza, è quello del ' significato'
*[[Max Planck]] aveva una propensione filosofica sponta­nea, nutrita poi con delle letture specifiche. Aveva una grande a­pertura al mistero sottostante al reale: la scoperta che l’hal'ha reso famoso, quella dei quanti, è av­venuta in fondo contro quello che lui stesso si riproponeva. A­veva una coscienza chiara del fatto che la scienza non andava contro il bisogno religioso, anzi lo sviluppava, e che il credere in Dio agevolava il lavoro dello scienziato: la sua capacità di me­ravigliarsi, la sua voglia di fare e scoprire.
 
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