Bruno Amatucci: differenze tra le versioni

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===[[Incipit]]===
Da sempre l'uomo cerca di riprodurre la realtà che lo circonda.<br>Dai primi tentativi si rende subito conto di un inconveniente: non è realtà statica, al contrario è un continuo movimento, un perenne evolversi. Per rendersi conto di quali e quanti pensieri affollino l'uomo primitivo, è sufficiente vedere nelle grotte di Altamira, nei paraggi di Santander un affresco policromo che riproduce un cinghiale con 8 zampe. Non si tratta di un errore di natura bensì, al contrario, un primitivo ed affecace aggiungiamo noi, tentativo dell'artista di imprimere movimento ad un dipinto.
 
===Citazioni===
*È significativa la tela di [[Carlo Carrà]] "Cavallo e cavaliere" dove questa possibilità di rendere effettivo il movimento dell'azione è superata brillantemente moltiplicando quasi all'infinito, le zampe dell'animale. (p. 12-13)
*L'uomo, dopo la pittura e la scultura, continua, tenace, a cercare il sistema più idoneo per riprodurre il movimento. (p. 14)
*{{NDR|in riferimento a [[Charlie Chaplin|Charlot]]}} Per lui il {{NDR|Cinema}} sonoro guasta l'arte più antica del mondo, la pantomima e annienta la grande bellezza del silenzio. (p. 83)
*{{NDR|in riferimento a [[Charlie Chaplin]]}} Non basterebbe un'intera enciclopedia a narrare la sua attività. Lo ricordiamo sempre per la sua intelligenza, il suo umorismo, la sua bontà... la sua "straordinaria bontà!" (p. 83)
*{{NDR|[[Sergej Michajlovič Ejzenštejn]]}} La sua fama è dovuta anche alla "sceneggiatura rigida" in cui tutto è previsto fin nei minimi dettagli. Il film prima lo girava nella testa e poi passava alla macchina da presa. (p. 107)
*[[Vittorio De Sica|De Sica]] dice spesso che quando gli viene una buona idea, subito dopo si accorge che la stessa l'hanno avuta [[Charlie Chaplin|Chaplin]] o [[RenèRené Clair]]; è un vero signore! (p. 133)
*Per [[Henri-Georges Clouzot|Clouzot]] il cinema è provocazione e suspence. (p. 135)
*{{NDR|[[Alfred Hitchcock]]}} Il cinema del filone giallo gli deve molto; tanto, tantissimo gli deve il pubblico cui il regista ha regalato ore ed ore di divertimento con un pizzico di paura. Altrimenti che mago sarebbe stato? (p. 136)
*{{NDR|[[Ingmar Bergman]]}} È un poliedrico uomo di spettacolo. Studia tutti e tutto: i giovani di fronte al mondo degli adulti e della società. (p. 138)
*{{NDR|[[Totò]]}} Dire che è stato grande è veramente fargli torto. (p. 154)