Alexis de Tocqueville: differenze tra le versioni

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*La [[storia]] è una galleria di quadri dove ci sono pochi originali e molte copie. (da ''L'antico regime e la Rivoluzione'')
*Le fluttuazioni dell'[[industria]] attirano, quando essa è prospera, un gran numero di operai che, nei momenti di crisi, si trovano senza lavoro. Vediamo così che il vagabondaggio, che nasce dall'ozio, e il furto, che il più delle volte è la conseguenza del vagabondaggio, sono i due delitti che nello stato attuale della società conoscono la progressione più rapida. (1951-, vol. IV, t. 1, pp. 50-51; citato in Losurdo 2005, p. 73)
*Non temo affatto di affermare che il livello medio degli animi e delle [[mente|menti]] non cesserà di degradarsi fino a quando uguaglianza e dispotismo procederanno insieme. (dalla prefazione a ''L'Antico regime e la Rivoluzione''; citato in Zagrebelsky 2008, p. 145)
*Può persino accadere che l'amore della libertà sia tanto più vivo presso taluni quanto meno si incontrino garanzie di libertà per tutti. L'[[eccezione]] in tal caso è tanto più preziosa, quanto più è rara.<br>Questa concezione aristocratica della libertà produce, presso quelli che così sono stati educati, un [[sentimento]] esaltato del loro valore individuale e un gusto appassionato per l'[[indipendenza]]. (1951-, vol. 11, t. 1, p. 62; citato in Losurdo 2005, p. 123)
*Viviamo in un'epoca che ha assistito a cambiamenti d'opinione quanto mai rapidi nelle menti degli uomini; ma è possibile che tra non molto tempo le opinioni guida della società saranno più stabili di quanto siano mai state da parecchi secoli a questa parte. Alcuni pensano che la società moderna sarà in perenne mutamento [...] Quanto a me, io temo che finirà con l'essere troppo immobilizzata nelle stesse istituzioni, negli stessi pregiudizi [...] che l'umanità si troverà bloccata e ingabbiata; che la mente oscillerà eternamente avanti e indietro senza generare idee nuove; che l'uomo dissiperà la sua forza in oziose, solitarie frivolezze; e che pur essendo sempre in movimento l'umanità cesserà di avanzare. (<!--1841? La democrazia in America?-->citato in [[John Lukacs]], ''Democrazia e populismo'', traduzione di Giovanni Ferrara degli Uberti, Longanesi, 2006, p. 206)
*Agli uomini per i quali la parola «[[democrazia]]» è sinonimo di rivoluzione, anarchia, distruzioni, stragi, ho tentato di dimostrare che la democrazia poteva governare la società rispettando le fortune, riconoscendo i diritti, risparmiando la [[libertà]], onorando la fede; che se il governo democratico sviluppava meno di altri talune belle facoltà dell'animo umano (rispetto al governo aristocratico), recava tuttavia benefici grandi; e che, forse, la volontà di Dio era di diffondere una felicità parimenti mediana per tutti, e non di rendere alcuni estremamente felici e pochi soltanto quasi perfetti. Ho inteso anche ricordare loro che, quale che fosse l'opinione di ognuno a tal riguardo, non era più tempo di deliberare, poiché la società si veniva sviluppando in una certa direzione e li trascinava con sé, tutti, verso l'uguaglianza di condizioni, sì che non restava da far altro che scegliere tra mali inevitabili. Il nostro problema, oggi, non è affatto di sapere se si può instaurare un regime democratico o un regime aristocratico, ma di scegliere tra una società democratica che progredisca senza grandezza ma con ordine e moralità, e una democrazia disordinata e depravata, in preda a furori frenetici o sottoposta a un giogo più greve di tutti quelli che hanno oppresso gli uomini dalla caduta dell'impero romano fino a oggi. (da una lettera del 1835; citato in Zagrebelsky 2008, p. 142)
*Ai miei occhi le società umane, come gli individui, diventano qualcosa solo grazie alla [[libertà]]. (da una lettera a Gobineau; citato in Zagrebelsky 2008, p. 145)
*Bisogna riconoscere che, se anche non vale a salvare gli uomini nell'altro mondo, è almeno utilissima alla loro felicità e alla loro grandezza in questo. [...] Dubito che l'uomo possa mai sopportare contemporaneamente una completa indipendenza religiosa e una totale libertà politica; e sono incline a pensare che, se non ha [[fede]], bisogna che serva e, se è libero, che creda. (citato in Zagrebelsky 2008, p. 146)
 
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*Ciò che il [[Popolo|volgo]] chiama [[tempo]] perso è spesso tempo guadagnato.
*L'[[esperienza]] mostra che il momento più pericoloso per un cattivo [[governo]] è in genere proprio quando sta cominciando ad emendarsi.
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*Alexis de Tocqueville, Arthur de Gobineau, ''Del razzismo. Carteggio, 1843-1859'', a cura di Luigi Michelini Tocci, prefazione di Marco Diani, Donzelli, Roma, 1995.
*Alexis de Tocqueville, ''La democrazia in America'' (''De la dèmocratie en Amérique''), traduzione di Giorgio Candeloro, Fabbri Editori 1996.
*Gustavo Zagrebelsky, ''Contro l'etica della verità'', Edizioni Laterza, Bari, 2008.
 
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