Jean Daniélou: differenze tra le versioni

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*La prima cosa necessaria è evidentemente d'incarnare il cristianesimo in tutto quanto c'è di buono in quei mondi, nel pensiero dell'India, nel pensiero della Cina, nel pensiero del mondo nero, cosi come s'è incarnato nel mondo romano e nel mondo greco.
*Nei santi cristiani si nota il fatto meraviglioso che essi non sono esseri d'una tempra umana eccezionale, sono spesso fragili fanciulli (una S. Teresa di Lisieux e quante altre!) che hanno la nostra stessa umanità, ma che hanno più di noi confidenza in Dio e, appoggiandosi a questa confidenza e niente affatto a se stessi, sono capaci di affrontare tutte le difficoltà della via alla santità.
*Non c'è che l'[[umiltà]] che apra a Cristo. Fin che manca il riconoscimento della propria insufficienza e l'invocazione conseguente, Cristo non può entrare in un'anima e in un mondo.
*Per Cristo e per il cristiano, la grandezza sta in questo, che essendo sensibili alla sofferenza, la si accetta tuttavia per amore, appoggiandosi non solo sulla propria forza – è il secondo aspetto –, ma sulla forza di Dio, con la sicurezza che Dio non può permettere che noi soffriamo o siamo tentati oltre le nostre forze.
*Una delle grandi differenze tra il mondo europeo e il mondo orientale consiste nel fatto che nel mondo europeo la spiritualità esiste, ma in giardini chiusi, nei chiostri, presso comunità ristrette; è invece del tutto assente dalla pubblica piazza, non la si incontra per la via.