Vilfredo Pareto: differenze tra le versioni

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* In questo libro non miro a persuadere chicchessia, miro solo a ricercare le uniformità dei fenomeni. Chi ha diverso scopo, troverà libri a dovizia che a lui soddisfaranno, di quelli si pasca e lasci stare questo; il quale, come diceva il Boccaccio delle sue novelle, non correrà dietro a nessuno a farsi leggere. (I, 1)
 
* Poiché noi non conosciamo interamente nessun fenomeno concreto, le nostre teorie di quei fenomeni sono solo approssimate. Noi conosciamo solo fenomeni ideali che più o meno si avvicinano al fenomeno concreto. Siamo come un individuo che di un oggetto ha solo fotografie. Sieno perfette quanto si vuole, differiranno sempre in qualche parte dall'oggetto stesso. Quindi non si deve giudicare del valore di una teoria ricercando se in qualche sia pure minima parte differisce dalla realtà, perchèperché a tale prova nessuna teoria regge reggerà mai. (I, 11)
 
* Vi sono due grandi classi di scienze: quelle che, come la fisica, la chimica, la meccanica, possono avere ricorso all'esperienza, e quelle che, come la meteorologia, l'astronomia, l'economia politica, non possono, o difficilmente possono, avere ricorso all'esperienza, e che si debbono contentare dell'osservazione. (I, 20)
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* Vana e folle è la pretesa di certi uomini che affermano la propria fede essere più scientifica di quella di altri. Fede e scienza non hanno nulla di comune, ed in quella non può esservi più o meno di questa. (I, 41)
 
* L'universale consenso degli uomini non ha virtù di rendere sperimentale una proposizione che non lo è; l'acquista quando quel consenso si estenda nel tempo, sino a valere per tutti gli uomini che hanno esistito. (I, 46)
 
* Fondamento dell'economia politica ed in generale di ogni scienza sociale è evidentemente la psicologia. (II, 1)
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* Vi sono certi fenomeni ai quali nelle nostre società si dà il nome di ETICI o MORALI, che tutti credono conoscere perfettamente, e che nessuno ha mai saputo rigorosamente definire. Non sono mai stati studiati da un punto di vista interamente oggettivo. Chi se ne occupa ha una qualche norma che vorrebbe imporre altrui, e da lui stimata superiore ad ogni altra. (II, 18)
 
* La morale tipo è stata considerata come alcunchèalcunché di assoluto; rivelata od imposta da Dio, secondo il maggior numero; sorgente dall'indole dell'uomo, secondo alcuni filosofi. Se ci sono popoli i quali non la seguono ed usano, è perchèperché la ignorano, e i missionari hanno l'ufficio di insegnarla ad essi e di aprire gli occhi di quei miseri alla luce del vero; oppure i filosofi si daranno briga di togliere i densi veli che impediscono ai deboli mortali di conoscere il Vero, il Bello, il Bene, assoluti; i quali vocaboli sono spesso usati sebbene nessuno abbia mai saputo cosa significassero, a quali cose reali corrispondessero. (II, 18)
 
* Eppure gli uomini in ogni tempo hanno ragionato come se morale e giustizia avessero esistenza propria, a ciò tratti dalla tendenza, che in essi è fortissima, di dare carattere oggettivo ai fatti soggettivi, e dal bisogno prepotente di ricoprire con una vernice logica le relazioni dei loro sentimenti. Simile origine hanno la maggior parte delle dispute teologiche, nonchènonché il concetto veramente mostruoso di una religione scientifica. (II, 19)
 
* In Europa, dal medio evo sino verso il secolo XVIII, non era lecito di discorrere delle religioni che non fossero la cristiana, se non come di funesti errori; ora è sorta una religione umanitaria-democratica, e questa sola è vera e buona; le altre, compresa la cristiana, sono false e perniciose. (II, 20)
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* Gli operai sindacati chiedono di essere considerati almeno come eguali ai borghesi, in virtù del principio che tutti gli uomini sono eguali; ma poi mandano a spasso quel bel principio, ritenendosi come molto superiori agli operai non sindacati ed ai ''Krumiri''. (II, 50)
 
* Egli [Socrate] era rispettosissimo delle credenze religiose popolari, moralissimo, ossequente alle patrie leggi sino a soffrire la morte per non sottrarvisi: eppure, l'opera sua fu diretta involontariamente a distruggere la religione, la morale, l'amor patrio; e ciò perchèperché colla sua dialettica, collo spingere gli uomini ad indagare colla ragione le cagioni di quei sentimenti, li scalzava dalle radici. (II, 65)
 
* Socrate investiva l'artigiano, l'uomo che dalle cure giornaliere della vita materiale era posto nell'impossibilità di seguire con frutto lunghi, sottili ed astrusi ragionamenti; ed a lui toglieva la fede, senza potervi in nessun modo sostituirvi utili frutti della ragione. (II, 66)
 
* Una società in cui ogni individuo odiasse il suo simile, non potrebbe evidentemente sussistere e si discioglierebbe. Vi è dunque un certo minimo di benevolenza verso il proprio simile, necessario perchèperché si mantenga la società. Vi è altresì un altro minimo, superiore al precedente, necessario perchèperché i componenti la società, prostandosi mutua assistenza, possano resistere all'urto di altre società. (II, 79)
 
* I precetti morali sono spesso volti ad assodare il potere della classe dominante, spessissimo a temperarlo. (II, 80)
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* Il minor biasimo per chi ruba ha forse qualche relazione col progredire delle teorie contrarie alla proprietà individuale; ma tale relazione non è punto sicura; invece appare molto più chiara quella colla democrazia e col suffragio universale. (II, 87)
 
* Il crescere della democrazia ha dato vigore al sentimento di eguaglianza tra i due sessi; ma è probabile che maggiormente ha operato il non esservi più state guerre; poichèpoiché è in queste che principalmente appare la superiorità dell'uomo. (II, 87)
 
* La solidarietà è sempre ottima per ricevere, non è mai buona per dare. L'operaio che guadagna dieci lire al giorno stima che, in nome della solidarietà, il ricco a lui deve far parte delle sue sostanze; ma troverebbe ridicolo che a lui si chiedesse, in nome di quella stessa solidarietà, di far parte del suo guadagno a chi ha di salario una lira o poco più al giorno. (II, 91)