Giancarlo Vigorelli: differenze tra le versioni

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*{{NDR|[[Emilio Cecchi]]}} Dopo [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]] - e pur essendo sempre antidannunziano negli atti, nel costume, nello stile - la sua prosa resta la più ispirata, e alta, dal primo al secondo dopoguerra: ''Pesci rossi'' de '24, L'''osteria del cattivo tempo'' del '27. ''Qualche cosa'' del '31, ma soprattutto ''Corse al trotto'' del '37 ed aggiornate nel '53, non sono soltanto l'esempio più eccelso di prosa d'arte del nostro Novecento, ma quanto più il tempo passerà, e cadute le scorie, splenderanno alla stessa altezza della maggiore poesia degli ultimi cinquant'anni... (p. 36)
*{{NDR|[[Theodore Roethke]], poeta}} Ispiratissimo, ma scendeva ogni giorno dalle nubi per entrare libera mente nelle case di tutti, anche se gli chiudevano la porta in faccia. Non vorrei che fosse scambiato per un poeta sociale, quando invece, ed è ben di più, un poeta cosmico, che in mezzo a un mondo incomunicabile ed incomunicante divenne cosciente che la poesia ha valore unicamente se sa farsi comunicazione, cessare di essere mistificazione e alienazione. (p. 192)
*Nel "nouveau roman" i personaggi spesso sono così vecchi da apparire appunto manichini di un secolo fa a Marienbad; qui nell'ultimo romanzo {{NDR|''Les belles images}} della [[Simone de Beauvoir|Beauvoir]] sono di fatto uomini (o robots) davvero nuovi, neocapitalistici, neotecnici, neoplanetari. (p. 197)
==Bibliografia==
*Giancarlo Vigorelli, ''La terrazza dei pensieri'', Immordino Editore, 1967.