Giancarlo Vigorelli: differenze tra le versioni

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I ritardi sono fatalmente d'obbligo per [[Italo Svevo|Svevo]], ed anche l'edizione dell' ''Opera Omnia'' - annunciata adesso dal Dall'Oglio ed inaugurata con l' ''Epistolario'', il primo dei quattro volumi previsti - è arrivata, tra inspiegabili rimandi, addirittura quarant'anni e più dopo il riconoscimento, anzi la scoperta, dei suoi tre romanzi, che emersero soltanto nel 1925 da un totale silenzio di oltre trent'anni.
===Citazioni===
*Parecchie lettere qui raccolte {{NDR|''Epstolario ''}}, a saperle leggere come furono scritte in inchiostro simpatico, fanno già prevedere, e pregustare, quel salutare rovesciamento di carte che sottrarrebbe per sempre [[Italo Svevo|Svevo]] a ogni tutela postuma. (p. 19)
*A differenza di tutti i letterati della sua generazione, [[Emilio Cecchi|Cecchi]] non è mai stato un provinciale, e fu il contrario del sedentario. (p. 35)
*{{NDR|[[Emilio Cecchi]]}} Era amico di [[James Joyce|Joyce]], di [[Thomas Mann]], scoprì [[William Faulkner|Faulkner]], tradusse [[Gilbert Keith Chesterton|Chesterton]], cavalcò le tigri del romanzo americano, eppure non amava il romanzo, e ne diffidava almeno sul terreno italiano, pur adorando [[Ippolito Nievo|Nievo]]. (p. 35)
*{{NDR|[[Emilio Cecchi]]}} Dopo [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]] - e pur essendo sempre antidannunziano negli atti, nel costume, nello stile - la sua prosa resta la più ispirata, e alta, dal primo al secondo dopoguerra: ''Pesci rossi'' de '24, L'''osteria del cattivo tempo'' del '27. ''Qualche cosa'' del '31, ma soprattutto ''Corse al trotto'' del '37 ed aggiornate nel '53, non sono soltanto l'esempio più eccelso di prosa d'arte del nostro Novecento, ma quanto più il tempo passerà, e cadute le scorie, splenderanno alla stessa altezza della maggiore poesia degli ultimi cinquant'anni... (p. 36)
 
*Giancarlo Vigorelli, ''La terrazza dei pensieri'', Immordino Editore, 1967.