Giuseppe Verdi: differenze tra le versioni

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* Io non posso ammettere, né nei cantanti, né nei direttori la facoltà di [[Creatività|creare]], che come dissi prima, è un principio che conduce all'abisso. (lettera a [[Giulio Ricordi]], 11 aprile 1871, citato in Franco Abbiati ''Giuseppe Verdi'' (Milano: Ricordi, 1959) vol. 3, p. 448)
 
* Io…verreiIo… verrei che il giovane quando si mette a scrivere, non pensasse mai ad essere né melodista, né realista, né idealista, né avvenirista, né tutti i diavoli che si portion queste pedanterie. La ''melodia'' e l'''armonia'' non devono essere che mezzi nella mano dell'artista per fare della ''[[Musica]]'', e se verrà un giorno in cui non si parlerà più né di ''melodia'' né di ''armonia'' né di scuole tedesche, italiane, né di ''passato'' né di ''avvenire'' ecc. ecc. ecc. allora forse comincierà il regno dell'arte. (lettera a Opprandino Arrivabene, 14 luglio 1875, citato in Julian Budden ''Le opere di Verdi'' (Torino: E.D.T., 1986) vol. 2, p. 60)
 
* Si rinunci per [[moda]], per smania di [[novità]], per affettazione di scienza, si rinneghi l'arte nostra, il [[Essere|nostro istinto]], quel nostro fare sicuro spontaneo naturale sensibile abbagliante di luce, è assurdo e stupido. (lettera a Clara Maffei, 20 aprile 1878, citato in Franco Abbiati ''Giuseppe Verdi'' (Milano: Ricordi, 1959) vol. 4, p. 79)