Mosca (zoologia): differenze tra le versioni

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*A un certo punto trovammo un villaggio senza mosche. La dottoressa svizzera mi indicò le coperture delle capanne, che erano di plastica, ricavate dai teloni blu e gialli degli aiuti umanitari. <br /> "Vede che se si impegnano riescono a tenersi puliti? Niente mosche qui", commentò. <br /> "Mi stia a sentire", risposi, "niente mosche significa niente merda; niente merda vuol dire che le vacche sono morte; niente vacche, niente latte. Niente latte, tutti morti. Io preferisco la merda e le mosche, signora." ([[Alberto Salza]])
*''Anche l'uomo più paziente | lo facciam venir furente | la persona più beata | sotto noi è disgraziata || Siam le mosche silenziose | siam le bestie più noiose | non per caso sopra il naso | noi sappiamo passeggiar.'' ([[Trio Lescano]])
*Ohimé, ohimé! Siamo sacche gonfie che camminano. Valiamo meno delle mosche. Quelle almeno un po’po' di forza ce l’hannol'hanno; noi non abbiamo più consistenza delle bolle.
:''Heu, eheu! Vtres inflati ambulamus. Minoris quam muscae sumus. <Illae> tamen aliquam virtutem habent; nos non pluris sumus quam bullae'' ([[Petronio Arbitro]])
*Proprio voi detestate la solerzia delle mosche, incapaci e più che mai inetti, perché seguendo la loro regola filosofica non vogliono che siate in nessun caso oziosi? O pigri e oltremodo lenti, che persino coi suoi stimoli a stento la mosca riesce a spronarvi all’azioneall'azione, imparate i buoni costumi dall’alacredall'alacre mosca maestra di virtù!
:''Vosne solertiam muscarum odistis, improbi atque ineptissimi, quod pro suo philosophandi instituto vos esse non usquequaque otiosos velint? O segnes et tardissimi, quos vix stimulis ipsis ad opus musca excitet, discite bonos mores a prompta virtutis instructrice musca!'' ([[Leon Battista Alberti]])
*S'era nell’agostonell'agosto; ed in Iscaricabarilopoli, città moscosissima, nessuno rimembrava di aver mai visto negli agosti precedenti tanta copia di mosche, tal quantità di mosconi, tanti stuoli di moscerini, tali turbe di mosconcini, tal novero di mosconacci, tal moltitudine di mosconcelli, tanta folla di moschette, tanta adunanza di moscini, tanto popolo di moschettone, tanta frequenza di moscherelli, tanto spesseggiar di moscherini, tanto concorso di moschini, tanto esercito di mosciolini e tanta folta di moscioni. Scaricabarilopoli era tutta un moscaio. I signori salariavano persone apposta per moscare con gli scacciamosche, le ventole, le roste, i ventagli, i paramosche: per ogni stanza si tenevan tre o quattro piattelli con carta moschicida, cinque o sei acchiappamosche prussiani; ed il suolo era bruno per gl’innumerevoligl'innumerevoli cadaveri moscherecci. Ma non pareva, che quello sterminio le diminuisse: e le moscaiuole e i guardavivande non bastavano a riparare i cibi e le provviste. La povera gente pappava mosche in ogni pietanza. Anzi, il dottissimo Dummkopf, professore a Gottinga, nella ''Filosofia e Storia comparata della culinaria e della gastronomia'', volume quarto, capitolo sessagesimoquinto, pagina seicentonovantotto della settima edizione, annotata dall’egregiodall'egregio Zeitverlust, racconta, che, abituandovisi, le trovarono finalmente gustose; e che gli Scaricabarilesi son tuttora moschivori ed educano ed ingrassano apposta in certi loro moschili sciami, o gregge di insetti. Cosa, della quale non può dubitarsi, vedendola affermata da due tali rappresentanti della scienza tedesca! ([[Vittorio Imbriani]])
*Una mosca effimera nasce alle nove d'una mattina di piena estate, per morire alle cinque di sera; come potrebbe comprendere la parola notte? Datele cinque ore di vita di più, vede e intende che cosa è la notte. ([[Stendhal]])