Energia nucleare: differenze tra le versioni

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*La crisi della fisica classica era derivata dall'aver supposto valide anche nel mondo microscopico, nell'ambito subatomico e nello studio degli ammassi stellari, quelle leggi che erano state verificate su una scala di distanze che andava da 10<sup>–8</sup> metri ad almeno 10<sup>–14</sup> metri. Era un presupposto che si rivelò arbitrario, come la Meccanica Quantistica da un lato e la Teoria della Relatività Generale dall'altro si incaricarono di dimostrare. Restò l'esigenza di garanzie da porre per evitare di ricommettere gli stessi errori. Ebbe allora, e dopo, molta popolarità nella comunità dei Fisici, la proposta di concedere cittadinanza piena solo a quelle formulazioni di teorie che si fondassero su di una definizione operativa dei concetti sui quali si basavano; che cioè potessero essere definite in termini di sperimentazioni concettuali coerenti con i dettami di una logica operativa.<br>Si può allora ben comprendere l'inaccettabilità, anche da questo punto di vista, dell'affrontare una questione, i radionuclidi ad emivite lunghissime, alla quale il tempo – i milioni di anni – toglie ogni possibile approccio di logica operativa. (Scalia, Onufrio, 2004; citato in Virgilio Bettini, ''Scorie: l'irrisolto nucleare'', UTET, 2006, p. 128)
*Noi nucleari proponiamo un patto col diavolo: possiamo fornire energia a condizione che le società future assicurino una stabilità politica e istituzioni quali mai si sono avute finora. ([[Alvin Weinberg]])
*Sa quando è stato costruito l'ultimo reattore in America? Nel 1979, trent'anni fa! E sa quanto conta il [[Energia nucleare|nucleare]] nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dal governo, dallo Stato, per mantenere l'arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro e che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l'uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie. ([[Carlo Rubbia]])
*Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali. Si può parlare, semmai, di un nucleare innovativo. ([[Carlo Rubbia]])
*Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l'energia necessaria all'intero pianeta. E un'area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell'Italia, un'area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma. ([[Carlo Rubbia]])