George Rudé: differenze tra le versioni

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*{{NDR|[[Georg Büchner]]}} Nel suo dramma, ''La morte di Danton'', [[Georges Jacques Danton|Danton]] è rappresentato come uomo vigoroso, di solido buon senso, che sceglie di godere i frutti di una rivoluzione che reputa ormai conclusa; mentre [[Maximilien de Robespierre|Robespierre]], un fanatico di idee ristrette, che si crede più giusto e virtuoso degli altri, è pericolosamente convinto - ma non riesce a convincere Danton - che la rivoluzione debba continuare. (p. 66-67)
*[[George Henry Lewes]], ingegno multiforme ed ultimo degli storici whig a scivere negli anni 1840 sulla rivoluzione francese, ebbe il merito di essere l'autore della prima esauriente biografia di [[Maximilien de Robespierre|Robespierre]] in lingua inglese. (p. 72-73)
*[[Edgar Quinet|Quinet]] aveva condannato il Terrore non solo per il danno che, secondo lui, aveva provocato in [[Francia]] ma perché la sua «selvaggia grandezza deve ancora terrorizzare i posteri». Per lui, come per molti altri storici, l'ansioso interesse per il presente serviva da stimolo a riscrivere la storia del passato. (p. 75)
*In Francia, negli anni 1920, anche [[Pierre Gaxotte]], seguendo [[Edmund Burke|Burke]] e [[Augustin Barruel|Barruel]], - e un successivo scrittore [[Augustin Cochin]], - fece risalire le origini della rivoluzione a una cospirazione. E inoltre, con un occhio sulla rivoluzione russa che lo inorridiva non meno di quanto la Comune avesse inorridito [[Hippolyte Taine|Taine]], arrivò a convincersi che la Montagna fosse per il comunismo e che il rovesciamento di [[Maximilien de Robespierre|Robespierre]] avesse segnato la fine del terrore comunista; convinto di questo, si impegnò in una polemica contro la rivoluzione, contro i capi giacobini e i sanculotti, la cui virulenza e i pittoreschi epiteti usati avrebbero fatto invidia allo stesso Taine. (p. 87-88)
*[[Louis Antoine de Saint-Just|Saint-Just]], il compagno più vicino a [[Maximilien de Robespierre|Robespierre]] nel Comitato di salute pubblica, di cui era l'elemento più giovane, univa in sé, e in misura notevole, la capacità d'azione e una mente logica e fredda: sostenitore convinto del Terrore, era di una rettittudine morale pari a quella dell'Incorruttibile; ma il suo impatto sugli eventi fu di breve durata e come leader mancava di quelle qualità tattiche che Robespierre aveva e in maniera cospicua. (p. 212)